Sembra davvero una battaglia contro i mulini a vento dell'ignoranza, dell'indifferenza, della superficialità. Il succedersi sempre più allarmante di decreti che restringono gli spazi di movimento non può nulla, infatti, contro il lassismo, la sregolatezza, l'arroganza di quanti ignorano le norme sempre più stringenti e, ormai, inevitabili e indispensabili. Così, non c'è Dpcm che tenga: tutti i tentativi di contenere i contatti, di eliminare gli assembramenti risultano inefficaci e, più che evitare movida e affollamenti, sembrano essere serviti solo a spostarne gli orari.
Basta girare per le strade di Caserta soprattutto di pomeriggio, appena prima delle 18 (orario di chiusura obbligata dei bar), o il sabato e la domenica all'ora dell'aperitivo per cogliere il rischio connesso a certi comportamenti. Centinaia di persone, soprattutto di giovani, affollano gli spazi antistanti i locali senza rispettare le distanze e molti senza neppure indossare le mascherine. Si accalcano, fumano, bevono «in spezzo del pericolo», si potrebbe dire parafrasando una celebre allocuzione che si usa solitamente per ben altre imprese.
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«Nella tarda mattinata e nei pomeriggi prima della chiusura, il marciapiedi dove si trova il bar vicino casa mia è completamente occupato. Gente seduta, altra in piedi, che parla a voce alta, ride, si abbraccia, senza lasciare neppure un piccolo spazio per consentire il passaggio. Al punto che bisogna scendere in strada per poter andare oltre», è la testimonianza di Stefania, una signora che abita alla via Ferrarecce, in prossimità di uno dei bar più affollati. «Ed è proprio quello che siamo costretti a fare, per una questione di sicurezza e per mantenere le distanze dagli avventori menefreghisti, che neppure si spostano per fare spazio ai passanti».
Identica, se non peggiore, la scena che si presenta ogni sabato e domenica, nelle ore di punta, davanti ai locali che si trovano a via Bosco.
D'altra parte riuscire a controllare tutti gli esercizi per beverage della città risulta oggettivamente un'impresa complessa. «Perciò confidiamo nella presa di coscienza, nella responsabilità e nel senso civico dei cittadini. Noi possiamo anche essere sulle strade a tutte le ore, ma se le persone, invece di collaborare, cercano di eludere in ogni modo le norme, il nostro lavoro diventa insostenibile», dice il comandante De Simone. «Siamo impotenti di fronte a certi assurdi comportamenti. Se c'è qualcuno che ha addirittura pensato di festeggiare il proprio compleanno in autogrill pur di raccogliere più persone rispetto a quelle stabilite, ogni nostro tentativo di far osservare le regole risulta infruttuoso».
Anche dalla questura confermano l'impegno profuso nel controllo e nella repressione dei comportamenti scorretti. «Le forze di polizia, di concerto e in collaborazione con le polizie locali, svolgono quotidianamente pattugliamenti su tutto il territorio provinciale, anche nell'ambito dell'ordinaria attività di controllo, per accertare sia il rispetto delle prescrizioni che eventuali altre irregolarità. Ovviamente ci aspettiamo che i nostri sforzi siano sostenuti dall'impegno e dalla collaborazione dei cittadini», dicono dalla questura.
Questo, in fondo, il punto nodale: nessun divieto, raccomandazione, appello, invito a uscire il meno possibile, può sortire gli effetti desiderati, ovvero l'abbattimento della curva del contagio, se moltissimi casertani, in particolare i più giovani, continuano a mostrare quantomeno indifferenza e noncuranza nei confronti degli sforzi dei tanti che lavorano per garantire la sicurezza della comunità.