Caserta, materiale di risulta
per opere pubbliche scaricato sui colli

Caserta, materiale di risulta per opere pubbliche scaricato sui colli
di Biagio Salvati
Sabato 7 Marzo 2020, 08:28 - Ultimo agg. 11:57
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Rifiuti e materiali di risulta sulle colline di Caserta insieme a documenti riguardanti alcuni lavori eseguiti in un istituto comprensivo dell'agro aversano.

Grazie a questo dettaglio e ad altro materiale che faceva presupporre a scarti provenienti da lavori di opere pubbliche, i carabinieri forestali del Nipaaf sono riusciti a risalire ad una ditta individuale, la D.C.A. e ai presunti responsabili dello smaltimento illecito. I materiali di risulta, stando alle indagini dell'Arma coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, provenivano dai lavori di adeguamento di una scuola di Lusciano, comune della provincia ad oltre 20 chilometri dal capoluogo. La chiusura delle indagini è arrivata qualche giorno fa, con l'accusa a carico di sette persone per i reati di gestione illecita dei rifiuti, falso ideologico in atto pubblico, frode in pubbliche forniture e truffa. Nell'inchiesta, sono rimasti coinvolti i tre imprenditori titolari della ditta edile che ha realizzato i lavori di adeguamento del plesso, i tre ingegneri che hanno svolto per conto del Comune il ruolo di pubblici ufficiali come direttori dei lavori e Rup, e l'operaio che ha materialmente trasportato e gettato i rifiuti sulle colline attorno Caserta. I rifiuti furono rinvenuti nell'ottobre 2017 dai carabinieri nelle località denominate «Sferracavallo», «Boschina» e «Cuna Vecchia» ridenti località collinari ridotte a discariche, dove c'era di tutto: dagli scarti edili alle guaine bituminose, dalle lastre di vetro agli infissi in ferro e alluminio. Fu trovato inoltre materiale plastico, tubature in Pvc, canalette per impianti elettrici e un numero consistente di imballaggi contenenti tracce di sostanze pericolose. I carabinieri trovarono anche resti di roghi di rifiuti. Partirono così le indagini per stabilire da dove provenisse il materiale; dalle lastre di vetro particolarmente grandi, gli inquirenti capirono che si poteva trattare di lavori edili relativi a strutture pubbliche.

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Le successive indagini hanno consentito di accertare che, su istigazione del rappresentante legale della ditta esecutrice dei lavori, i rifiuti erano stati smaltiti illegalmente da un proprio operaio, tale C.F., sulle colline casertane, dove, tra l'altro, quest'ultimo risiede, avvalendosi di un automezzo dell'impresa. Nella documentazione i militari hanno riscontrato 22 formulari di identificazione dei rifiuti, cosiddetti Fir, attestanti falsamente il trasporto in discarica di materiale di risulta proveniente dal cantiere, in quanto riportanti date non compatibili alla chiusura dei lavori in quanto successive. A loro volta, i due direttori dei lavori, nelle loro vesti di pubblici ufficiali, avrebbero redatto i relativi stati di avanzamento lavori (Sal) omettendo i controlli di competenza ed in particolare di verificare la regolarità documentale attestante il regolare trasporto dei rifiuti, inducendo in tal modo in errore l'Ente erogatore della spesa sulla effettiva entità del materiale conferito in discarica. Di conseguenza il responsabile unico del procedimento, omettendo anch'egli i controlli di propria competenza, avrebbe così disposto la liquidazione degli importi per gli stati di avanzamento dei lavori procurando così un ingiusto profitto alla ditta esecutrice dei lavori stessi. Ditta che, pur di conseguire la liquidazioni degli oneri, 28mila euro, aveva non solo formato false fatture, puntualmente disconosciute dalle ditte intestatarie, ma anche provveduto a disfarsi, per il tramite di un proprio operaio, di parte dei rifiuti sulle colline casertane, zona di notevole pregio naturalistico in quanto oggetto di un passato progetto di rimboschimento ed inquadrata quale sito di interesse comunitario e dunque ad alta protezione ambientale. 

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