Erbacce, rifiuti ingombranti, residui di materiali edili, qualche siringa usata. In un tratto anche una carcassa di auto abbandonata chissà da quanto tempo. E poi la cattiva fama di essere diventati una piazza di spaccio e luogo di prostituzione. Così appaiono oggi i due galoppatoi di viale Carlo di Borbone. Due viali alberati che dalla Rotonda di San Nicola la Strada si estendono sino alla Reggia vanvitelliana di Caserta. Due percorsi peraltro sottoposti a vincolo monumentale - che, se curati e ben tenuti, potrebbero rappresentare per turisti e residenti, ciclisti e pedoni, una comoda via di accesso al capoluogo.
La cura, la manutenzione e soprattutto la sicurezza dei due galoppatoi è ciò che invocano da tempo le associazioni ambientaliste che ora hanno scritto persino al prefetto Raffaele Ruberto per ottenere un tavolo di concertazione sul tema che faccia registrare anche la presenza della Soprintendenza e dei sindaci di Caserta e San Nicola La Strada.
«È da tempo che denunciamo lo stato di degrado in cui versa questo Asse viario monumentale ma senza alcun riscontro da parte delle istituzioni si legge nella lettera a firma di Wwf, Lipu, Legambiente, Italia Nostra, Cittadinanzattiva, GreenCare Caserta, comitato Città Viva, Spazio Donna, Centro sociale ex Canapificio, Arci e Arcipelago una delle ultime segnalazioni, inviate direttamente ai Carabinieri, ha riguardato il taglio di cinque tigli nei pressi dell'ultimo tratto, quello più vicino alla stazione ferroviaria.
Inoltre il Comune di San Nicola e quello di Caserta effettuano tagli in tempi diversi, con il risultato di siepi ed alberi con aspetto disomogeneo sullo stesso viale. Insomma un quadro sconfortante e poco dignitoso per questo Asse storico che dovrebbe rappresentare il fiore all'occhiello di Caserta ed il suo biglietto da visita per il turista. Non bisogna dimenticare infatti che i galoppatoi sono stati inseriti sia nel Piano Paesistico del 2000 che nel sito Unesco».
Da qui la richiesta al prefetto di istituire un tavolo che possa finalmente accendere i riflettori su questi percorsi affinché possano beneficiare di interventi di conservazione così come previsto dalle leggi vigenti per le aree vincolate. Tra le proposte anche quella di istituire un parco pubblico, lungo i galoppatoi, fruibile dai cittadini in totale sicurezza, che si congiunga con l'area verde delle Casermette'. Si tratta dell'ex Caserma Brignole, di proprietà del Comune, anch'essa in stato di abbandono, che l'Ente vorrebbe affidare a privati, pare, per la realizzazione di un centro sportivo.
Questo spazio, che si estende per oltre sei ettari, risulta inutilizzato da oltre quindici anni. È infatti un'ex area militare dismessa, ceduta dallo Stato al Comune di Caserta nel 2017 per effetto del federalismo demaniale, anch'essa in parte sottoposta a vincolo ambientale e paesaggistico. L'auspicio delle associazioni è che le ex Casermette possano essere recuperate e riqualificate per ospitare attività di accoglienza, iniziative ludiche, spazi sociali, giardini pubblici e anche un museo storico soprattutto in considerazione della sua vicinanza al complesso vanvitelliano.
«In una città come la nostra spiegano gli ambientalisti che fa registrare una gran carenza di aree verdi, questo patrimonio immenso andrebbe immediatamente recuperato e messo a disposizione della collettività. Pensiamo ad un parco pubblico che possa congiungersi con i galoppatoi e con le due città di Caserta e San Nicola la Strada».