Caserta, i detenuti sfamano i senzatetto
e bonificano giardini pubblici e aiuole

Caserta, i detenuti sfamano i senzatetto e bonificano giardini pubblici e aiuole
di Daniela Volpecina
Sabato 28 Agosto 2021, 10:30
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La pulizia e il ripristino delle giostrine in piazza Cavour, la manutenzione del verde negli spazi esterni della biblioteca comunale, la cura dei cortili dell'ex caserma Sacchi. E ancora la preparazione dei pasti per i senzatetto e un percorso di educazione alla solidarietà.

Sono alcune delle attività che, a partire da domani, verranno svolte da cinque detenuti in esecuzione penale esterna nell'ambito del progetto «Porte aperte alla città» promosso dall'Uepe - Ufficio interdistrettuale di Esecuzione penale esterna - e svolto in collaborazione con l'associazione «Noi Voci di donne» e il patrocinio del Comune di Caserta. «L'obiettivo è quello di favorire il reinserimento lavorativo e sociale di chi sta scontando una pena alternativa al carcere - spiega Maria Laura Forte, direttrice dell'Uepe - offrendo a tutti loro una opportunità concreta di inclusione nell'ambito della comunità di appartenenza».

«Un traguardo che fino a qualche anno fa sembrava difficile da raggiungere - sottolinea Pina Farina, presidente di Noi voci di donne e che ora invece fa registrare risultati promettenti.

Basti pensare che l'80% dei partecipanti ai progetti degli ultimi tre anni, oggi ha un lavoro stabile». Un trend che gli addetti ai lavori sperano possa essere confermato anche questa volta. «Abbiamo iniziato a metà luglio - aggiunge Farina - con corsi di italiano e inglese, formazione alla sicurezza, sedute di psicoterapia, yoga e allenamento sportivo per la gestione dell'ansia e il controllo dell'ira. A tutto ciò vanno poi associati momenti di socializzazione che consentono di coltivare un hobby, mettere alla prova i propri talenti e soprattutto confrontarsi con chi ha vissuto esperienze simili. Uno dei laboratori che riscuote sempre grande successo è quello legato alla cucina». 

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«Ho imparato a cucinare quando ero in carcere - racconta A., 39 anni, tra i selezionati dall'Uepe - per questo progetto e sono felice di poterlo fare ora per chi è in difficoltà. Preparare pasti per i senzatetto rappresenterà per me una forma di riscatto, un modo per riconciliarmi con la società dopo tutto quello che è accaduto. La speranza è quella di abbattere il pregiudizio costante nei nostri confronti. Ho pagato i miei conti con la giustizia e sto dimostrando di essere cambiato, penso di meritare una seconda opportunità». In squadra c'è anche un ex talento sportivo, D. 32 anni di Marcianise, prima di essere arrestato per rapina nel 2014, era infatti una promessa delle arti marziali. 

«Ho disputato molte gare ricorda con un velo di nostalgia nello sguardo e il mister diceva che ero bravo, poi ho rovinato tutto. Probabilmente non mi libererò mai più dell'onta del carcere, la prigione ti segna per sempre, ma qui sto recuperando un po' di fiducia nel futuro e soprattutto ho ripreso gli allenamenti. Lo sport mi ha sempre appassionato. Ogni mattina vengo qui in bici e mi metto subito al lavoro. Mi piace fare giardinaggio ma amo molto anche preparare i dolci». A. 40 anni, originario di Santa Maria Capua Vetere, di mestieri ne ha cambiati tanti prima di finire in carcere per tentato omicidio. 

«Ho fatto il venditore ambulante, il muratore e pure il carpentiere spiega ma quando ci penso mi sembra di parlare di un altro. Negli ultimi 13 anni la mia vita è stata completamente stravolta. Forse ora potrò ripartire di nuovo. Devo farlo per i miei figli». «All'inizio ero molto diffidente - fa notare G. 54 anni di Recale - non credevo che questo progetto avrebbe avuto presa su di me, poi però mi son dovuto ricredere. E anche mettere in discussione. Oggi non ripeterei più certi errori del passato». Il progetto, per il quale il Ministero della Giustizia ha stanziato circa 35mila euro, avrà una durata di sei mesi. 

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