Società partecipate a Caserta:
inchiesta Corte dei Conti su 34 Comuni

Società partecipate a Caserta: inchiesta Corte dei Conti su 34 Comuni
di Domenico Zampelli
Sabato 20 Giugno 2020, 08:43 - Ultimo agg. 10:10
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Trentaquattro Comuni, a cominciare dal capoluogo, si trovano con il fiato sospeso in provincia di Caserta. Si trovano sotto i riflettori della Corte dei Conti per non avere adempiuto alle comunicazioni concernenti gli obblighi di adozione e trasmissione dei provvedimenti di razionalizzazione delle società partecipate.

Annualmente gli enti sono chiamati ad effettuare una revisione della partecipazione nelle società, mettendo in atto misure finalizzate il più possibile al contenimento dei costi, così come stabilito dal Testo Unico che regola questa materia. Non tutti i Comuni, a quanto pare, hanno adempiuto. Un'omissione che non è piaciuta per niente alla magistratura contabile, anche perché un formale invito ad adempiere è rimasto senza alcun riscontro. Così la sezione regionale di controllo (presidente Fulvio Maria Longavita, relatore Raffaela Miranda), una volta accertata formalmente la mancata adozione di quanto dovuto (anche con un accertamento effettuato mediante accesso alle banche dati disponibili ed ai siti istituzionali di riferimento), ne ha disposto la trasmissione alla Procura contabile «per la verifica della sussistenza dei presupposti della fattispecie di responsabilità sanzionatoria di cui all'art. 20, comma 7 TUSP o di altre fattispecie di responsabilità erariale».

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Norma che ha un suono per niente gradevole. Prevede infatti testualmente «La mancata adozione degli atti di cui ai commi da 1 a 4 da parte degli enti locali comporta la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da un minimo di euro 5.000 a un massimo di euro 500.000, salvo il danno eventualmente rilevato in sede di giudizio amministrativo contabile, comminata dalla competente sezione giurisdizionale regionale della Corte dei conti». Ma quali sono i Comuni che corrono questo rischio? Sono stati inseriti in due elenchi, in quanto l'attività di accertamento si è delineata in due annualità. Nel primo elenco rientrano Aversa, Baia e Latina, Calvi Risorta, Cancello ed Arnone, Capodrise, Capriati a Volturno, Casal di Principe, Casapesenna, Castel Morrone, Ciorlano, Falciano del Massico, Frignano, Grazzanise, Maddaloni, Marzano Appio, Mondragone, Piana di Monte Verna, Rocchetta e Croce, Sessa Aurunca e Succivo. A questi Comuni era stato aggiunto in un primo momento anche Recale, poi però depennato in quanto, a seguito di un'ulteriore verifica posta in essere dall'Ufficio di controllo, la Sezione ha accertato l'avvenuto adempimento, per l'arco temporale in esame, dell'obbligo stabilito dalla legge. Nel secondo elenco rientrano invece Arienzo, Caiazzo, Casapulla, Caserta, Castel Volturno, Conca della Campania, Falciano del Massico, Frignano, Orta di Atella, Piana di Monte Verna, Piedimonte Matese, Prata Sannita, San Prisco, Sessa Aurunca e Villa Literno. Un altro Comune attenzionato dalla Corte dei Conti è Portico di Caserta, che risulta inadempiente all'obbligo di legge in tema di trasmissione del questionario relativo al rendiconto della gestione 2017.
 


«Il mancato invio dei questionari di che trattasi spiega la sezione di controllo della Corte - o il grave ritardo nella trasmissione degli stessi costituisce grave violazione di un preciso obbligo di legge, suscettibile di compromettere lo svolgimento dei compiti intestati a questa magistratura contabile, vanificando lo scopo voluto dal legislatore di assicurare il rispetto degli obiettivi annuali fissati dal patto di stabilità interno».
La mancanza di idonee iniziative potrebbe fare scattare le sanzioni previste dal Testo Unico degli Enti Locali, che per gli amministratori responsabili sono rappresentate dal pagamento di una somma che va da un minimo di cinque fino ad un massimo di venti volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento in cui è stata commessa la violazione. 

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