Castel Volturno: via i ponteggi
dal Castello, resta il degrado

Castel Volturno: via i ponteggi dal Castello, resta il degrado
di Vincenzo Ammaliato
Martedì 23 Giugno 2020, 08:15 - Ultimo agg. 18:17
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Dopo circa quindici anni d'ingabbiamento in ponteggi diventati obsoleti e pericolosi, il vecchio castello sulla foce del fiume Volturno, che dà il nome alla città, sarà liberato. Purtroppo non perché i lavori di ristrutturazione siano finalmente completati, visto che in realtà non sono mai iniziati, piuttosto perché sarà istallato un sistema di messa in sicurezza dell'opera, allo scopo di prevenire nuovi crolli della struttura, come capitato a novembre per una parete nel versante Est, a ridosso delle abitazioni del borgo medievale. Scontata la grossa paura iniziale, che ha portato anche allo sgombero coatto delle famiglie residenti nel borgo, da allora l'amministrazione comunale ha avviato dei lavori straordinari attingendo al fondo per le urgenze per salvare quella che resta della principale memoria storica di Castel Volturno. Il castello si trova in stato di totale abbandono, nonostante sia in pieno centro storico, a meno di cinquanta metri dal palazzo del municipio.

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A gennaio sono iniziati i lavori per realizzare una tettoia che copra l'intero perimetro dell'area per impedire che l'acqua piovana possa continuare a minare la struttura e raderla completamente al suolo. Appena terminata questa struttura temporanea (si prevede nel giro di qualche settimana), sarà calato una sorta di sarcofago sul vecchio castello liberato dai ponteggi arrugginiti istallati inutilmente nel 2005. Un grosso telo di plastica trasparente avvolgerà interamente i ruderi della struttura d'origine romana; poi dei cavi d'acciaio cingeranno l'interno perimetro del castello garantendo stabilità al sarcofago, anche in condizioni meteo avverse.

Tutto questo, in attesa, si spera, possano finalmente iniziare i lavori di recupero del castello, il cui progetto iniziale è ormai degli anni '90, quando l'allora amministrazione comunale guidata da Mario Luise acquisì al patrimonio comunale il bene delle sorti contraddittorie, ma che nell'ultimo secolo sono quasi sempre state avverse. Non a caso, prima del passaggio ai beni del municipio, il castello era occupato abusivamente da alcune famiglie di zingari, diventate stanziali proprio nelle vecchie pietre romane. Ma la partenza dei lavori del castello sono vincolate, almeno burocraticamente, al famoso accordo di programma firmato nell'ormai lontanissimo 2003 fra i costruttori Coppola e il Comune di Castel Volturno. In cambio di licenze edilizie in deroga alla mancanza di piano urbano comunale, i fondatori del Villaggio Coppola si impegnarono a una serie di oneri di pubblica utilità, fra cui appunto la ristrutturazione del castello sulla foce. Ma oltre all'istallazione dei ponteggi eseguita quindici anni fa, non risultano in tutto questo tempo altre opere al castello, né sono di pubblico dominio azioni da parte degli amministratori che si sono susseguiti al municipio in tutti questi anni nei confronti dei sottoscrittori dell'accordi di programma nel far rispettare i patti sottoscritti.
 


Intanto, sono le casse del Comune coi contributi dei cittadini che si stanno facendo carico degli oneri necessari alla messa in sicurezza del castello.
Per la ristrutturazione del bene, semmai ci sarà, chissà se sarà eseguita sempre con fondi pubblici, piuttosto con quella dei privati. Sul presidio militare, costruito dai romani come avamposto alla città di Capua, poi, c'è l'occhio della magistratura. A novembre la procura di Santa Maria sequestrò l'intera opera per chiarire responsabilità del crollo e dello stato di fatiscenza del simbolo di Castel Volturno.

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