Torna la tensione nel carcere oramai noto per i pestaggi ai detenuti avvenuti esattamente due anni fa e per i quali è in corso un'udienza preliminare con un centinaio di agenti imputati che riprenderà domani nell'aula bunker del carcere. Questa volta, protagonista di una protesta messa in atto nel reparto «Danubio» è stato un detenuto già trasferito da numerose carceri per motivi di ordine e sicurezza. Il recluso che avrebbe messo in atto lo stesso copione anche a Santa Maria, per essere trasferito istigando anche altri detenuti che hanno lanciato alcuni oggetti dalle stanze ma senza uscirne. Nel corso della protesta si è appreso - il detenuto è riuscito a colpire un ispettore alla testa.
Il comandante della polizia penitenziaria è riuscito a riportare la calma e su disposizione del provveditore il recluso è stato poi trasferito a Napoli. Secondo quanto riferisce la sigla sindacale Sappe, sarebbero due gli agenti della polizia penitenziaria rimasti feriti. Il Sindacato autonomo polizia penitenziaria parla di «gravi criticità nelle carceri della Campania» e «di una brutta e violenta aggressione - annunciata - contro il personale di polizia penitenziaria», come precisa Emilio Fattorello, segretario nazionale del Sappe che aggiunge: «Un gruppo di detenuti, 4-5 italiani ed un nordafricano, hanno inscenato una violenta protesta per futili e diversi motivi ancora non ben definiti. Il reparto è il Danubio, sezione di isolamento con i detenuti chiusi nelle celle per motivi disciplinari o di opportunità».
Intanto, Il Tribunale del Riesame ha annullato i domiciliari per corruzione all'agente della Polpen Giuseppe Tucci, arrestato giorni fa nell'ambito di un'indagine della Dda insieme ad altri. Annullati anche i domiciliari per Mario Fabozzi, difeso dall'avvocato Nando Trasacco. Si è avvalso invece della facoltà di non rispondere, davanti al gup, l'agente Angelo Tartaglione, ai domiciliari. L'uomo, difeso dall'avvocato Giuseppe Cipullo, è accusato dell'introduzione nel carceredi circa 100 grammi di droga. Il suo arresto fu eseguito mentre davanti al tribunale di Napoli Nord si celebrava il processo a carico del padre Gennaro, altro agente di polizia penitenziaria indagato per l'introduzione di un telefonino nel carcere di Aversa. In dibattimento, peraltro, la posizione dell'imputato, difeso sempre dall'avvocato Cipullo, sembra essere in via di chiarimento grazie ad alcuni elementi emersi durante il processo.