Ex Onmi, progetto ancora incompleto Sos delle associazioni: fondi a rischio

La struttura di viale Beneduce ancora nell'abbandono

L'ex Onmi
L'ex Onmi
di Daniela Volpecina
Domenica 27 Agosto 2023, 10:14 - Ultimo agg. 10:48
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In principio furono le integrazioni al progetto richieste dalla Regione e l'attesa relazione di staticità a rallentare l'iter per la messa in sicurezza, poi i rilievi strutturali evidenziati da un ingegnere incaricato dal Comune, infine il saggio di un geologo e la richiesta di un nuovo computo metrico. Non c'è pace per l'ex Onmi (Opera nazionale maternità infantile) di viale Beneduce che attende di essere ristrutturato dal 2020. Il vecchio stabile, di proprietà dell'amministrazione comunale, già sede del Rettorato e di un consultorio dell'Asl, è destinatario di un finanziamento regionale di circa settecentomila euro, affinché venga ristrutturato e trasformato in una casa del sociale, un luogo che possa accogliere tante realtà del terzo settore.

L'erogazione dei fondi è però vincolata ad un progetto definitivo che il Comune dovrebbe inviare alla Regione.

Senza il progetto infatti la Regione non può approvare il decreto di finanziamento e senza le risorse non può partire la gara per i lavori. Nel momento in cui sarà pronto il decreto della Regione saranno necessari infatti almeno altri due mesi per avviare i cantieri e circa sei mesi per il completamento dell'opera.

«Sono trascorsi tre anni spiega Mimma D'Amico del centro sociale ex Canapificio, firmatario di un patto di collaborazione per la gestione del sito insieme ad altre trenta associazioni e penso che i tempi siano ormai maturi per completare il progetto e procedere con il bando di gara. Non comprendiamo le ragioni di un simile ritardo. L'auspicio è che i lavori possano partire al più presto per far sì che la struttura sia fruibile già in primavera».
Da qui l'appello al Comune ad accelerare l'iter burocratico e una manifestazione per sensibilizzare l'opinione pubblica. «Intendiamo riaccendere i riflettori sul caso aggiunge D'Amico con un evento sui beni comuni dal titolo "Apriamo nuovi spazi sociali a Caserta", già programmato per il 13 settembre alle ore 19 e che si svolgerà proprio nel cortile dell'ex Onmi. In cartellone la proiezione di un film in collaborazione con Caserta Film Lab, stand di artigianato e una serie di attività all'aperto. La casa del sociale sarà intitolata a Mamadou Sy, indimenticato presidente della comunità senegalese, attivista per i diritti dei migranti e costruttore di giustizia sociale, scomparso nel 2019. L'obiettivo è quello di attivare qui uno sportello gratuito per sostenere le fasce sociali più deboli, avviare percorsi e azioni di sensibilizzazione sociale, organizzare eventi culturali e sportivi e mettere in campo attività di contrasto al razzismo e di sostegno all'integrazione».
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Il vecchio stabile fatiscente, che si estende su una superficie di oltre mille metri quadrati (230mq al piano terra, 760mq al primo piano e 186mq al secondo piano) e ha un valore stimato di circa due milioni di euro, è chiuso ormai da molti anni. Tra gli interventi previsti, stando a quanto emerso dall'ultimo sopralluogo tecnico, ci sarebbero un riadeguamento degli spazi interni per adattarlo alle nuove funzioni, la sostituzione degli impianti elettrici e di quelli per il riscaldamento, l'abbattimento delle barriere architettoniche e la realizzazione di una rampa per i disabili, l'installazione dei pannelli fotovoltaici sul tetto per rendere l'edificio autosufficiente sul piano energetico. E ancora il rifacimento della facciata esterna, delle coperture e dei terrazzi e la realizzazione del nuovo ascensore. Alle associazioni che gestiranno il sito toccherà occuparsi della manutenzione ordinaria e della pulizia. Dal Comune intanto fanno sapere che l'iter è a buon punto e che presto il progetto sarà inviato alla Regione così da poter dare una sede a tante associazioni del territorio che ne sono sprovviste. Una su tutte il centro sociale ex Canapificio, senza casa ormai dal marzo 2019, da quando cioè la sede storica nel vecchio capannone di viale Ellittico, di proprietà della Regione, fu sequestrata per inagibilità dalla Procura di S. Maria Capua Vetere e mai più riaperta.
 

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