«Fuori i neri, prima i brianesi»
tagliati i tubi dell'acqua del centro

«Fuori i neri, prima i brianesi» tagliati i tubi dell'acqua del centro
di Tina Cioffo e Fabio Mencocco
Mercoledì 25 Luglio 2018, 11:14
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VILLA DI BRIANO - «Se ne devono andare, qui non li vogliamo. Ce ne sono già abbastanza». Ieri, in via Kruscev a Villa di Briano, è stato un mantra ripetuto senza sosta. L'intento era bloccare l'arrivo di 70 migranti richiedenti asilo che avrebbero dovuto trovare accoglienza in due diversi immobili, distanti solo qualche centinaia di metri. Una manifestazione guidata per lo più dall'assessore comunale Anna Conte che nel sit in ha schierato la sua famiglia, compresi i suoi figli. La più piccola, l'ha allattata al seno senza abbandonare la barricata.
 

«Settanta migranti sono tanti, non siamo in grado di accoglierli e certamente non è possibile farlo mettendoli tutti in uno stesso posto con il rischio di creare un ghetto e le condizioni per creare disordine. Possiamo accoglierne una decina e altri distribuirli in altri paesi», ha detto anche il consigliere comunale Gianfrancesco Quarto in presidio per tutto il giorno. In sit in anche il consigliere Roberto Zaccariello di Fratelli d'Italia e accanto a lui Gimmi Cangiano, candidatosi nelle ultime politiche nel partito della Meloni. I militanti di Forza Nuova sono arrivati dalla vicina Casaluce per dare man forte e a metà giornata hanno anche scritto con una bomboletta spray su un lenzuolo bianco offerto da Conte «Fuori gli immigrati, prima i brianesi». Il presidio è cominciato lunedì sera poi andato ad oltranza.
 
La notizia dell'arrivo dei migranti nell'ex camiceria Pagano di via Kruscev a Villa di Briano si era diffusa lo scorso settembre, quando il proprietario della struttura aveva chiesto autorizzazione al Comune per completare il tratto di rete idrica a proprie spese e riuscire così a portare acqua potabile nel suo immobile. «Ci aveva detto che avrebbe realizzato un asilo e noi lo abbiamo creduto ma evidentemente aveva già altri piani», hanno detto gli amministratori. Ieri però quella conduttura idrica è stata fatta saltare proprio per evitare che l'immobile avesse le condizioni igienico sanitarie per accogliere i migranti. Due manifestanti sono stati visti picconare il tubo ed altri hanno udito che i tubi verranno poi tagliati. Un particolare che è già al vaglio delle forze dell'ordine. Polizia anche in tenuta antisommossa, carabinieri e finanzieri che per tutto il giorno hanno tentato una mediazione. Con alti e bassi, la tensione si è mantenuta anche all'arrivo di altre donne con bambini richiamati dai conoscenti per fare numero. La comunicazione dell'immediato arrivo dei migranti, al sindaco Luigi Della Corte era arrivata lunedì sera. Subito dopo l'amministrazione comunale aveva diffuso via social un invito alla popolazione a presidiare l'area. Ieri mattina, a colloquio con il viceprefetto Imma Fedele il sindaco aveva tentato una soluzione. Per stamattina alle 11, di convocazione in Prefettura ne è però, arrivata un'altra. Al sindaco sarà evidentemente chiesto di spiegare cosa è accaduto. Sarà un compito arduo giustificare lo scontro istituzionale che diversi esponenti della sua squadra hanno voluto anche con il Prefetto, che aveva dato il via libera al trasferimento dei migranti. «Il Prefetto sarebbe dovuto venire a fare un sopralluogo prima. Doveva parlarci e non agire di imperio», hanno detto i manifestanti. Ad alimentare la protesta è stata la diffidenza, la paura ma anche da tanta rabbia contro tutto e tutti. Contro i poliziotti e contro i giornalisti. Qualcuno ha tenuto a ribadire che non sono razzisti ma altri non hanno fatto mistero delle loro idee politiche decisamente contro qualsiasi tipo di dialogo. «Dobbiamo difendere il nostro paese, dobbiamo pensare alla sicurezza dei nostri figli», hanno detto alcuni anziani. Quando, una persona ha chiesto «per quale motivo la barricata e la protesta non l'hanno mai fatta contro i camorristi», la risposta è stata sorprendente: «alla mafia nigeriana preferiamo la nostra e comunque a Villa di Briano la camorra non ce l'abbiamo».
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