Campania, il 50% degli ospedali
senza autorizzazione: la lista nera

Campania, il 50% degli ospedali senza autorizzazione: la lista nera
di Mary Liguori
Giovedì 4 Aprile 2019, 07:05 - Ultimo agg. 23:11
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Da Sessa Aurunca a Castellammare di Stabia è un attimo. Passando per Torre del Greco, Pollena Trocchia e per tutti gli altri comuni dell’Asl Napoli 3 dove l’autorizzazione che ha portato al clamoroso sequestro del San Rocco di Sessa è una chimera. Il giorno dopo i sigilli emerge uno scenario a tinte fosche che potrebbe portare ad altre drastiche misure sui nosocomi campani. Il cinquanta per cento delle strutture non è in possesso dell’autorizzazione necessaria per legge, una fattispecie di tipo penale, in Campania, rispetto alla quale lavorano da più di due anni i carabinieri del Nas e i vigili del fuoco. Ché, sia chiaro, lo scopo degli investigatori non è tanto quello di chiudere nel perimetro penale le imbarazzanti vicende della sanità campana, quanto quello di mettere in sicurezza gli ospedali in cui si curano gli incolpevoli cittadini. Ma cosa prevede l’autorizzazione in questi giorni al centro dell’attenzione? Una serie di parametri igienico-strutturali che devono rispondere ai requisiti prestabiliti e passare il vaglio della commissione regionale. Solo dopo che il suddetto organismo si è espresso favorevolmente, i sindaci dei comuni di competenza rilasciano il permesso alle strutture. Ma se all’Asl Napoli 1 il direttore Verdoliva e il suo predecessore lavorano alacremente in questo senso ormai da tempo, lo scenario delle altre due Asl napoletane è quantomeno complesso. Con un bollettino nero all’ombra del Vesuvio. 

LA LISTA NERA DEGLI OSPEDALI
Dagli accertamenti è emerso che non posseggono l’autorizzazione che ha portato al sequestro del «San Rocco» il 50 per cento degli ospedali della Campania. Secondo quanto risulta a Il Mattino, non ne sono in possesso, tra gli altri, i seguenti ospedali: «San Leonardo» di Castellammare di Stabia, «Santa Maria la Pietà» di Nola, «Maresca» di Torre del Greco, «Sant’Anna e Madonna della Neve» di Boscotrecase. All’«Apicella» di Pollena Trocchia, oltre alla «licenza», manca addirittura l’agibilità. Ma non è tutto. I sopralluoghi nei nosocomi di Vico Equense e di Sorrento non fanno presagire scenari diversi, con l’ultimo dei due presidi definito «in una situazione desolante» dagli ispettori che lo hanno visitato. È emerso uno scenario meno preoccupante, invece, al «San Giuliano» di Giugliano in Campania, mentre sono ancora in corso le verifiche al «San Giovanni di Dio» di Frattamaggiore. Isole felici il «Santa Maria delle Grazie» di Pozzuoli e l’Ospedale del Mare, nel quartiere partenopeo di Ponticelli. Non a caso sono le strutture più nuove. A Napoli, le verifiche sono in corso sia al «San Paolo» di Fuorigrotta che al «San Giovanni Bosco». In quest’ultimo ospedale, dove la buvette fu sequestrata dai Nas qualche tempo fa, è emerso tra le altre cose che il bar era addirittura abusivo. Non è ancora chiaro quale sia la situazione delle autorizzazioni del Loreto Mare: nella struttura di via Nuova Marina sono in corso lavori di ristrutturazione e la documentazione richiesta non è ancora completa perché è in atto l’accorpamento di alcune unità operative. Da un primo screening sul fronte casertano è emerso che la situazione più compromessa è quella del «Melorio» di Santa Maria Capua Vetere, tuttavia i controlli delegati al Nas dei carabinieri sono ancora in corso. Non è possibile prevedere se scatteranno altri sequestri, ma è chiaro che tutti gli ospedali non a norma da un punto di vista strutturale dovranno adeguarsi. E, per farlo, ci sarà bisogno di un notevole sforzo economico da parte delle aziende ospedaliere di competenza. Non è chiaro, poi, su chi ricadranno le responsabilità in caso di danni o ferimenti successivi al sequestro, al San Rocco infatti, è stata concessa la facoltà d’uso e continuano a svolgersi le attività sanitarie. 

IL NODO ASSENTEISMO
Lo scandalo che ha colpito il «San Rocco» di Sessa Aurunca è, come ormai è noto, duplice. Prima del sequestro, due giorni fa, infatti, i carabinieri di Caserta hanno notificato 18 misure di obbligo alla presentazione alla polizia giudiziaria ad altrettanti dipendenti dell’azienda ospedaliera. È il caso più clamoroso dopo quello del Loreto Mare e in entrambi gli ospedali è stato permesso ai «furbetti» di continuare a lavorare per evitare disagi all’utenza. Rispetto agli indagati, ieri il Policlinico Federico II ha precisato che Olimpia Di Bella non ha mai avuto alcun rapporto di lavoro con l’AOU Federico II. 
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