Inchiesta Casalesi, proseguono le ricerche del sindaco indagato

Inchiesta Casalesi, proseguono le ricerche del sindaco indagato
Venerdì 11 Dicembre 2015, 16:49 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 11:09
2 Minuti di Lettura

CASERTA - Sono ancora attivamente ricercati da polizia e carabinieri le quattro persone, tra cui il sindaco di Trentola Ducenta (Caserta), Michele Griffo, indagate nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Napoli sul clan Zagaria che ieri ha portato all'arresto di 24 persone e al sequestro di un grosso centro commerciale ritenuto la cassaforte del clan.

Gli inquirenti hanno visionato filmati delle telecamere posizionate nei pressi delle abitazioni degli indagati a Trentola; sembra che Griffo abbia lasciato l'abitazione nel pomeriggio anche se da ambienti vicini alla famiglia trapela che il sindaco, almeno fino alle 21 del 9 novembre, era stato visto a casa; è certo inoltre che Griffo abbia problemi di salute e deve prendere delle medicine avendo subito un'operazione nel novembre scorso. Al momento non vengono inoltre confermati contatti con gli avvocati degli indagati.

La Procura partenopea ha comunque aperto un fascicolo di reato su un'eventuale fuga di notizie che potrebbe aver permesso ai quattro di fuggire prima dell'arrivo della Squadra Mobile e del Ros, avvenuto intorno alle 4 di notte del 10 dicembre. Dall'ordinanza firmata dal Gip napoletano Federica Colucci emerge un inquietante spaccato caratterizzato dal totale asservimento degli amministratori del Comune di Trentola Ducenta ai voleri del boss Zagaria a danno dei cittadini; emblematico quanto avviene nel 2004, quando viene rilasciato un permesso a costruire per ampliare il centro commerciale Jambo di Trentola, la cui proprietà formale è della società Cis Meridionale, ma riconducibile di fatto al capoclan.

La macchina comunale con in testa il sindaco Griffo e la responsabile dell'Utc Maria Carmela Mottola - arrestata ieri - si attiva per truccare le carte e far apparire l'importo del manufatto di gran lunga inferiore a quello reale in modo da far pagare a Zagaria un'imposta comunale quasi irrisoria; alla fine il boss pagherà all'ente pubblico 28mila euro invece di 216 mila euro.