«La scuola brucia», caos a Marcianise
ma Bomberup: noi raccontiamo la verità

«La scuola brucia», caos a Marcianise ma Bomberup: noi raccontiamo la verità
di Marilù Musto
Mercoledì 22 Gennaio 2020, 12:30
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«E un attacco inutile, il disagio esiste e noi non possiamo nasconderlo». Bomberup rompe il silenzio. È lui il ragazzo che si nasconde dietro a uno pseudonimo e a un passamontagna e che nel videoclip «Scuola» canta e pronuncia parole forti contro i docenti e l'istituzione scolastica in compagnia dell'altro trapper, Joka. Entrambi, lo fanno mentre si trovano nell'aula della scuola media Aldo Moro di Marcianise.

Ed è proprio lui, Bomberup, insieme al suo «collega», a far finire nei guai il dirigente scolastico Pietro Bizzarro che un mese fa aveva concesso l'autorizzazione a girare alcune scene del video in un'aula. «Mi sono sentito ingannato», dice ora il preside Bizzarro. I due gli avevano raccontato di voler rappresentare il disagio dei giovani, mentre nel videoclip i trapper casertani Bomberup e Joka (B-Art) pronunciano insulti alle prof, ma si vedono anche fiamme che avvolgono il cortile della scuola con effetti speciali, mentre i due artisti se ne stanno in piedi sulla cattedra e con la cartina geografica in mezzo alle gambe. «Voglio spiegare che il materiale che si vede nel video non è della scuola, è stato portato dai ragazzi», precisa il preside Bizzarro, nell'attimo in cui nel plesso Moro arriva l'ispettrice inviata dal Ministero.

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Su questo punto è d'accordo anche Bomberup: «Sì, il materiale era nostro - dice - però non sento di aver mentito, abbiamo solo rappresentato un disagio che fra i giovani esiste, ci sono infatti adolescenti che lasciano la scuola e preferiscono spacciare - continua il cantante di Marcianise - è chiaro che non sono io quello che interpreto nel video, per questo indosso un passamontagna. Nella clip a parlare è il mio personaggio, un ragazzo che scende in strada e fa le rapine e che lancia parolacce alle prof, chi mi dice che tutto questo non avviene davvero? La cronaca è piena di casi come questi. La mia storia personale è un'altra, io lavoro con mio padre in un cantiere edile, ho conseguito il diploma e infine ho scelto di rimboccarmi le maniche. Poi, per passione canto. Ho già pubblicato un'altra canzone, si chiama H & M». Le sigle non dicono nulla, ma, come spiega poco dopo, solo l'acronimo di hashish e marijuana. Infatti, il video inizia con l'immagine di una tomba da dove esce una ragazzo. Provocazione su provocazione. Denuncia, vista con gli occhi di Bomberup. Ma tant'è.



Intanto, sulla pagina Instagram dei due trapper, Bomberup spiega che il commento «puta» non «è riferito alla prof - scrive - la frase è vista male. Io ho solo scritto il pensiero di qualunque alunno dopo che prende un 2». Joka, il suo collega, ha un suo manager: «Per la verità sono un suo parente - dice ai giornalisti che chiamano al suo cellulare - ma lui non può parlare ora». Al telefono di Bomberup risponde invece la madre: «La faccio richiamare», dice. E infatti, il ragazzo richiama ed espone le sue ragioni. Le polemiche sono scoppiate dopo che alcuni docenti dell'istituto casertano, su proprie chat, hanno criticato i toni usati dai due ragazzi.

In effetti, il dirigente dell'istituto Bizzarro ha ammesso di aver autorizzato un mese fa i due trapper a girare il video nel proprio istituto, spiegando di non aver però mai visto il contenuto, ma di sapere che si trattava di una canzone che doveva esprimeva il disagio giovanile e la critica verso un mondo scolastico che non riesce a dare risposte, soprattutto in aree difficili come è appunto quella in cui sorge Marcianise. Intanto, sul tavolo degli ispettori del ministero dell'Istruzione c'è un fascicolo sul caso della scuola media Moro, finita nel ciclone della cronaca.
 
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