Macerata Campania, spari e e vetri delle auto distrutti a bastonate: un video incastra la banda

Il raid dopo la rissa immortalato da un passante con il cellulare: cinque teppisti in azione

Macerata Campania, teatro dell'assalto
Macerata Campania, teatro dell'assalto
Marilu Mustodi Marilù Musto
Domenica 24 Settembre 2023, 09:26 - Ultimo agg. 25 Settembre, 06:05
3 Minuti di Lettura

Le "stese" arrivano anche nel casertano. Il terrore in carne e ossa si è materializzato in pieno centro, in via Sant'Elena, a Macerata Campania. Durante la notte fra venerdì e sabato, cinque ragazzi armati di bastoni e pistole hanno esploso alcuni colpi di arma da fuoco in aria: poco prima avevano ridotto in frantumi il lunotto posteriore dell'autovettura di uno dei presenti per poi risalire a bordo di due vetture - parcheggiate poco distante - per allontanarsi velocemente. È successo tutto in pochi minuti. Alla base del raid ci sarebbe una precedente rissa consumata la sera stessa, scoppiata fra due comitive. A incastrare la banda dei violenti che hanno distrutto la vettura, però, sarebbe un video fatto con il cellulare da un passante, consegnato alle forze dell'ordine.

Indagini difficili. Sul posto, subito dopo l'aggressione e il raid, sono arrivati i carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere, intervenuti in via Elena: questi ultimi hanno acquisito le immagini delle telecamere del sistema di sorveglianza. Ora, si cerca di capire la matrice dell'aggressione. Non si esclude che i ragazzi in fuga con la pistola e i bastoni, siano già noti alle forze di polizia. Ciò che colpisce è la disinvoltura della gang. In realtà, a ricordare quanto sia difficile mantenere l'ordine pubblico a Macerata Campania è il parroco della chiesa del quartiere "Casalba" a Macerata, don Girolamo Capuano, che per primo fu vittima di un violento pestaggio qualche anno fa. «Non so molto di quest'ultimo raid - ha dichiarato ieri don Girolamo - ma posso dire che, come primo atto, una volta individuate le persone al centro della violenza, è necessario contattare le famiglie».

Sotto il profilo della punibilità delle famiglie dei minorenni che commettono reati, in molti sono favorevoli.

E don Girolamo non è da meno. «Spero che venga applicato il decreto in tutte le sue forme - dice il parroco - sulla mia pelle, ho subito un'aggressione da parte di minorenni e ho capito che i parenti di questi ragazzi, a volte, sono all'oscuro di ciò che avviene in strada ai loro figli. Anzi, spesso sono proprio i genitori a difenderli di fronte all'evidenza», continua il sacerdote che, all'epoca, perdonò i violenti. «In sostanza, io avevo dei video che incriminavano i ragazzi, ma i genitori pur vedendo le immagini negarono la presenza dei loro ragazzi in quel branco».

Nel caso di via Sant'Elena, i carabinieri potrebbero interrogare una seconda volta i cinque giovani, vittime del raid; solo attraverso le loro testimonianze potrebbe spuntare il movente. Al netto delle indagini, servono di sicuro più controlli. «Ma non si può pretendere che ci sia un carabiniere o un poliziotto a ogni angolo - ha continuato don Girolamo - la mia linea d'azione è quella di denunciare tutto, prendere posizione di fronte agli abusi anche se incutono paura. Sono stato minacciato diverse volte, ma se non agisci, se non fai nulla, vieni calpestato. Serve coraggio».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA