Moria di pesci continua nella darsena insabbiata

La mareggiata ha richiuso la foce, impossibili i test

Villaggio Coppola, in darsena continua la moria di pesci: quintali in putrefazione
Villaggio Coppola, in darsena continua la moria di pesci: quintali in putrefazione
di Vincenzo Ammaliato
Domenica 3 Settembre 2023, 10:49 - Ultimo agg. 4 Settembre, 09:02
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Altri pesci morti nell'ex darsena di Pinetamare. Dopo la foto choc pubblicata dal Mattino giovedì, con decine di migliaia di cefali galleggiare a pancia in su nella ex porto del Villaggio Coppola, tutti morti nello tesso momento, la notte fra venerdì e sabato, nel medesimo punto, sono comparsi altri pesci della stessa specie priva di vita. Questa volta, a differenza di mercoledì, quando si è dovuto attendere ventiquattro ore per vedere rimuovere tutti quei quintali di pesce in putrefazione, la raccolta delle carcasse è stata pressappoco immediata. Ma resta il mistero sul motivo del decesso di così tanti pesci tutti insieme. E sul binario parallelo del dubbio viaggiano paura e sconforto per i residenti e i commercianti della zona.

C'è angoscia per il rischio sanitario e sconforto perché a quattro giorni dal primo allarme ancora non si sa con certezza cosa stia succedendo che procura la moria.

Il municipio di Castel Volturno, dalla sua pagina Facebook, aveva provato a rassicurare, garantendo che si era intervenuti tempestivamente per cercare di capire il motivo del decesso dei pesci, in modo da prendere tutti i provvedimenti necessari del caso qualora la moria fosse avvenuta per avvelenamento. Ma i fatti sono andati diversamente.

I campioni di pesce da analizzare sono stati prelevati il giorno dopo la morte, troppo tardi. Perché appena arrivati all'istituto zooprofilattico di Portici per gli esami, i campioni sono stati rispediti al mittente. I ricercatori dell'istituto preposto a questo tipo di analisi hanno fatto sapere che non possono essere eseguiti test su animali morti, ma devono essere moribondi. A questo punto si occuperà di questa specifica raccolta la task force fra carabinieri della forestale di Caserta, Arpac e zooprofilattico, ma arriverà alla ex darsena solo martedì, sei giorni dal lancio del primo allarme. Nel frattempo, la società edile dei Coppola, concessionaria dell'area cantiere della ex darsena per la realizzazione del nuovo porto, la stessa che si sta occupando della rimozione delle carcasse, ha aperto giovedì la foce che era ostruita da tre mesi, facendo confluire le stagnanti acque della ex darsena a mare.
Quindi se erano avvelenate, gli elementi pericolosi si sono riversati sulla costa. Tuttavia, le condizioni meteorologiche degli ultimi giorni, soprattutto i venti, hanno di fatto ostruito nuovamente la foce favorendo la formazione di una piccola diga di sabbia già da venerdì sera.
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Intanto, l'Arpac è riuscita a eseguire alcune analisi sulle acque, ed ha pure i risultati. Non li diffonde perché sul caso ha aperto un fascicolo dedicato la procura ambientale di Santa Maria Capua Vetere, che ha chiesto ai collaboratori riserbo sul caso.

I biologi dell'agenzia regionale dell'ambiente, però, hanno anticipato un particolare, secondo il quale le acque analizzate erano scarse di ossigeno. Elemento piuttosto scontato, considerando che la ex darsena era chiusa da tre mesi, proprio nel periodo del picco delle temperature alte, trasformandosi in una sorta di pozzanghera. Peraltro, si tratta di un invaso chiuso nel quale confluisce l'impianto di troppopieno del depuratore di Pinetamare, a sua volta struttura non adeguata alle necessità di un'area che negli ultimi venti anni ha visto triplicare i suoi residenti e fruitori.
Insomma, al momento, le uniche certezza alla ex darsena di Pinetamare sono il per niente rassicurante colore verdastro che ha assunto l'acqua e il nauseabondo olezzo di pesce macerato che si alza dall'invaso. La gente del posto si sente abbandonata e oggetto di continui attacchi, sia di tipo sociale, sia ambientale. E come dargli torto?  
 

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