«Sangue Caserta» con scritte e cartelloni:
giallo a Caserta, la Digos apre l'inchiesta

«Sangue Caserta» con scritte e cartelloni: giallo a Caserta, la Digos apre l'inchiesta
di Franco Tontoli
Domenica 21 Febbraio 2021, 12:00
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Caserta in quanto a stranezze non si fa mancare nulla, da qualche giorno esibisce grandi affissioni su tabelloni 6 per 3 metri, manifestoni con una iscrizione-logo, caratteri cubitali bianchi su fondo rosso scuro: «Sangue Caserta- 03/03/2021». Ce ne sono in via Laviano, piazza Pitesti, via Unità d'Italia, via La Pira e, se non bastasse la loro visibilità, anche appendici seminate dappertutto con bombolette spray, scritte realizzate, data l'omogeneità dei caratteri grafici, col sistema a stampino. La curiosità è andata montando, se si tratta di una campagna pubblicitaria enigmatica il fine può dirsi raggiunto anche se con un sistema greve, un messaggio truculento, di pessima eleganza, evidentemente in linea con i gusti e la cultura del committente.

Il primo pensiero va alle frange estreme della tifoseria calcistica che in quanto a stile non ci vanno per il sottile nei messaggi e proclami disegnati a suon di «Caserta e basta!», di sigle «Fb-fedayn Bronx» con una saetta, ma che non hanno mai raggiunto la vetta della truculenza.

Per restare nell'ambito della tifoseria calcistica la presa di distanza dall'iniziativa è stata dichiarata da alcuni capi del tifo organizzato, la data del 3 marzo prossimo, mercoledì, prevede in calendario la disputa della partita Casertana-Francavilla che non è né di cartello, per niente un derby, per nulla collegata a una circostanza da annunciare con tale battàge. «E poi dice uno sfegatato dei rossoblù a stento ci possiamo permettere la spese delle bombolette spray, figurarsi il costo di manifesti e diritti di affissione». Bisogna battere altrove, da escludere l'avvio di una campagna per la raccolta sangue, l'Avis e la Croce Rossa Italiana mai si sarebbero affidate a uno slogan di tal genere, e nemmeno tanto per riferire una risposta raccolta c'è da pensare all'apertura di un esercizio di ristorazione che delle chianine e fiorentine. In questi tempi, poi, di crisi del settore per i divieti da pandemia che proprio oggi, domenica, ricolorano anche Caserta di arancione che è l'edulcorazione di rinnovati sacrifici. Un giovane, alla domanda sulla interpretazione del manifesto ha avanzato l'ipotesi di un raduno musicale di suoni forti, metallari, ma poi ha cancellato. «Mi resetto ha detto ridendo non è tempo di raduni». 

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L'ipotesi un tanto fantasiosa di potersi trattare di un annuncio riferito a date particolari, indicazioni di Nostradamus e da Calendario Maya, questo prediletto da sette sataniche, ci porta alla Digos della questura. «Ci stiamo lavorando dice un cortese dirigente , c'è da risalire ai committenti delle affissioni per le quali, comunque, non risultano richieste preventive di autorizzazione». Gli uffici della Publiservizi, appaltatrice del servizio una volta comunale, ieri erano chiusi, così l'agenzia che gestisce l'uso dei tabelloni, quindi nessuna informazione e ancora esercizi di fantasia.

Nel giorno 03/03/2021 ricorre l'onomastico dei Marino, per gli astronomi «la luna è gibbosa calante e influenza qui siamo allo Zodiaco i genitali, retto, ano, uretra e prostata». Inoltre si celebra la Giornata Mondiale della Natura, dello Scrittore e dell'Udito e, quindi, niente a che fare col sangue. Andiamo sulle amenità, una pulce nell'orecchio: che si tratti di una delle ricorrenze care alle sette sataniche? La data non è di quelle che i Maya mettevano in collegamento fra esseri umani e cosmo, per i satanisti casertani ricordiamo che la loro asserita presenza a Caserta fu caratterizzata era il novembre 1995 da una iniziativa al cui confronto Babbo Natale non era nessuno. Questa: in 7 minuti, dalla 17 alle 17.07 nel pomeriggio di domenica giorno della settimana numero 7, distribuirono a esterrefatti passanti la somma di 3 milioni di lire in bigliettoni da 50.000. La notizia fu riportata dai quotidiani nazionali, era vera e non da ridere come lo spot capolavoro «Sangue Caserta» manco la città fosse un fettone di beef arrosto. 

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