Avevano preso di mira un'officina attrezzata, un vero e proprio centro polifunzionale per revisione auto, officina meccanica e pratiche automobilistiche in genere al quale avanzare richieste di «pizzo», in particolare scegliendo il «Centro Jolly», un'attività ubicata nella frazione di Capua, Sant'Angelo in Formis, con il quale uno dei due arrestati aveva avuto un rapporto di lavoro.
A finire in manette un 36enne, B.F., di Formicola, e un pluripregiudicato di 34 anni, I.R. di Sant'Arpino, fermati e arrestati dai militari del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Capua, della stazione dei carabinieri di Capua e da quelli della compagnia di Marcianise. I due, secondo una serie di investigazioni durate due settimane, sono ritenuti responsabili di concorso in estorsione, minacce, tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco in quanto presunti autori del raid a colpi di arma da fuoco commesso ai danni dell'officina lo scorso 2 dicembre. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno consentito di accertare che i due fermati avrebbero vessato per diverse settimane i titolari dell'officina (un fratello e una sorella) talmente impauriti che, anche a seguito dell'intimidazione armata, avrebbero corrisposto parte delle somme richieste dagli estorsori da consegnare con precise scadenze.
I colpi erano stati esplosi contro l'officina mentre all'interno si trovavano il titolare e alcuni clienti che hanno rischiato la vita.
Le richieste di denaro ai danni di fratello e sorella del Centro Jolly, sia in presenza che a mezzo telefono, sarebbero iniziate alla fine di novembre protraendosi per tutta la durata delle indagini fino al momento del fermo eseguito ieri. Dalla vicenda, in particolare, è emerso che da oltre un mese i due uomini minacciavano il titolare dell'attività chiedendogli continuamente del danaro: tutto era nato da un contenzioso per alcuni lavori fatti da uno dei due arrestati, il 36enne incensurato, alla vittima, e da cui era residuato un debito di 3.500 euro. Dopo l'attentato, hanno accertato i carabinieri, il piccolo imprenditore ha anche pagato la somma, ma il 36enne con il complice pluripregiudicato e da poco uscito di carcere dopo quasi vent'anni di reclusione, hanno preteso altri soldi, fino a una somma di diecimila euro. I due sono stati portati nel carcere di Santa Maria Capua Vetere per le procedure di rito.