Sant'Angelo, pizzo e spazi in officina
presa una coppia di estorsori

Sant'Angelo, pizzo e spazi in officina presa una coppia di estorsori
di Biagio Salvati
Sabato 19 Dicembre 2020, 08:18
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Avevano preso di mira un'officina attrezzata, un vero e proprio centro polifunzionale per revisione auto, officina meccanica e pratiche automobilistiche in genere al quale avanzare richieste di «pizzo», in particolare scegliendo il «Centro Jolly», un'attività ubicata nella frazione di Capua, Sant'Angelo in Formis, con il quale uno dei due arrestati aveva avuto un rapporto di lavoro.
A finire in manette un 36enne, B.F., di Formicola, e un pluripregiudicato di 34 anni, I.R. di Sant'Arpino, fermati e arrestati dai militari del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Capua, della stazione dei carabinieri di Capua e da quelli della compagnia di Marcianise. I due, secondo una serie di investigazioni durate due settimane, sono ritenuti responsabili di concorso in estorsione, minacce, tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco in quanto presunti autori del raid a colpi di arma da fuoco commesso ai danni dell'officina lo scorso 2 dicembre. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno consentito di accertare che i due fermati avrebbero vessato per diverse settimane i titolari dell'officina (un fratello e una sorella) talmente impauriti che, anche a seguito dell'intimidazione armata, avrebbero corrisposto parte delle somme richieste dagli estorsori da consegnare con precise scadenze.


I colpi erano stati esplosi contro l'officina mentre all'interno si trovavano il titolare e alcuni clienti che hanno rischiato la vita.

Sul posto, subito dopo la sparatoria, erano intervenuti i carabinieri per un sopralluogo sul manto stradale e all'ingresso del passo carrabile, che aveva fruttato il rinvenimento di due bossoli e, dietro uno scaffale, quello di due ogive. I due arrestati, anche dopo il raid da loro rivendicato e, senza alcun timore, avrebbero continuato a chiedere somme di danaro con precise scadenze. Di qui lo sviluppo delle indagini dei militari dell'Arma consistite nell'escussione di testimoni, nell'acquisizione di tabulati telefonici e immagini di videosorveglianza, oltre che da intercettazioni telefoniche e ambientali. Un quadro indiziario ben preciso presentato al sostituto procuratore titolare dell'indagine che ha consentito di accertare la responsabilità dei fermati per il raid ai danni dell'esercizio commerciale. Un'azione che per gli 007 dell'Arma si inseriva nell'ambito di una serie di azioni estorsive ai danni dei titolari dell'officina, vessati da richieste di pizzo da tempo da parte dei due fermati.

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Le richieste di denaro ai danni di fratello e sorella del Centro Jolly, sia in presenza che a mezzo telefono, sarebbero iniziate alla fine di novembre protraendosi per tutta la durata delle indagini fino al momento del fermo eseguito ieri. Dalla vicenda, in particolare, è emerso che da oltre un mese i due uomini minacciavano il titolare dell'attività chiedendogli continuamente del danaro: tutto era nato da un contenzioso per alcuni lavori fatti da uno dei due arrestati, il 36enne incensurato, alla vittima, e da cui era residuato un debito di 3.500 euro. Dopo l'attentato, hanno accertato i carabinieri, il piccolo imprenditore ha anche pagato la somma, ma il 36enne con il complice pluripregiudicato e da poco uscito di carcere dopo quasi vent'anni di reclusione, hanno preteso altri soldi, fino a una somma di diecimila euro. I due sono stati portati nel carcere di Santa Maria Capua Vetere per le procedure di rito.
 

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