Santa Maria a Vico: Aurora morta nella culla a 45 giorni, il padre le ha spaccato la testa

Arrestati i genitori: la piccola mai visitata dal pediatra, ustioni curate con lo strutto dopo i bagni bollenti

La coppia al battesimo del primo figlio
La coppia al battesimo del primo figlio
di Gabriella Cuoco
Martedì 14 Novembre 2023, 23:26 - Ultimo agg. 16 Novembre, 07:32
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Dalla nascita la piccola Aurora non era mai stata visitata da un pediatra. I giovani genitori preferivano usare metodi fai da te, forse suggeriti da qualche familiare, tant’è che pare non si siano fatti scrupolo di arrivare a curare i traumi della pelle con lo strutto animale. In due mesi e mezzo di indagini serrate sono emersi particolari agghiaccianti sulla morte della neonata, di soli quarantacinque giorni, trovata morta in culla la mattina del 2 settembre, dopo che la madre ha chiesto aiuto prima al compagno e poi, telefonicamente, ai sanitari del 118. Su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, il gip Maria Pasqualina Gaudiano ha emesso un’ordinanza di arresto nei confronti di Emanuele Savino e Anna Gammella. L’accusa è di concorso in omicidio volontario pluriaggravato e maltrattamenti in famiglia. 

I carabinieri della stazione di Santa Maria a Vico, coordinati dalla Compagnia di Maddaloni, li hanno prelevati di buon’ora dalla loro abitazione sita nella parte alta di Santa Maria a Vico e, dopo l’interrogatorio di rito, li hanno accompagnati al carcere di Santa Maria Capua Vetere e di Pozzuoli, in attesa della convalida dell’arresto da parte dell’Autorità giudiziaria. Lui 26 anni, lei 19: la coppia sin dal primo momento era stata iscritta nel registro degli indagati. La svolta è arrivata solo dopo l’acquisizione di notizie più dettagliate e dopo l’autopsia. Anche le chat dei due cellulari, sequestrati poche ore dopo la scoperta del decesso della neonata, sono state fondamentali per ricostruire l’accaduto nelle ore che hanno preceduto la tragedia. 

La dinamica sembra chiara. Il padre avrebbe colpito la figlia in maniera violenta alla testa procurandole un trauma gravissimo: prima la duplice frattura ossea, poi l’emorragia fatale. Gli inquirenti hanno accertato che sul corpicino (in particolare nella zona dell’addome) c’erano ecchimosi, escoriazioni e anche ustioni abbastanza gravi, molto probabilmente causate dall’acqua bollente utilizzata per il bagnetto serale. Non è tutto perché secondo l’accusa nonostante le sofferenze della piccola i genitori nemmeno in quel tragico momento sarebbero intervenuti in maniera adeguata. Anzi, avrebbero dichiarato il falso ai militari dell’Arma sostenendo il contrario. L’insufficienza cardio-respiratoria ha finito poi col determinare la fine della piccola.

Nella corposa ordinanza è emerso proprio che alla coppia è stata contestata una condotta delittuosa in forma omissiva, in quanto Aurora non era mai stata controllata da un medico e, ogni qualvolta si presentava un disagio, i genitori usavano rimedi occasionali (come appunto lo strutto animale per curarle le ustioni sul corpo a seguito del bagnetto bollente effettuato qualche sera prima del decesso).

Ma le indagini proseguono. La Procura continuerà ad ascoltare familiari e persone informate sui fatti. Le prossime ore saranno importanti per una ricostruzione completa degli ultimi momenti in vita della neonata e non è escluso che ci siano nuovi colpi di scena con l’iscrizione nel registro degli indagati di altre persone. 

Dal canto suo la coppia avrà modo di dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati: nelle prossime ore, gli avvocati della difesa Davide Pascarella e Carlo Perrotta, hanno annunciato che chiederanno i domiciliari per entrambi gli arrestati. Santa Maria a Vico, cittadina della Valle di Suessola al confine col Beneventano, da inizio settembre sta vivendo questa vicenda in maniera assai sofferta. Negli ultimi due mesi e mezzo la notizia della morte della piccolissima Aurora, ha tenuto banco nelle chiacchiere di strada ma anche nei ragionamenti lanciati dall’altare da qualche parroco, per scuotere la cittadinanza a riflettere sull’accaduto.
 

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