Sparò in aria e colpì la promessa
del calcio: «Sì al carcere per Russo»

Sparò in aria e colpì la promessa del calcio: «Sì al carcere per Russo»
Domenica 24 Marzo 2019, 13:55
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È stata confermata la misura cautelare per Vincenzo Russo. A deciderlo, la corte Suprema di Cassazione. Resterà ancora agli arresti, dunque, il trentenne conosciuto come «cimminiello» di Parete, accusato di aver sparato in aria dei colpi di pistola: il proiettile finì nella tempia di Luigi, il ragazzino con la passione del calcio rimasto in coma e poi miracolosamente tornato in vita.

Il proiettile attraversò il cervello del minorenne (che si trovava con gli amici in centro, a Parete) la mattina del 24 dicembre del 2017. E il giorno 24 di ogni mese, a partire dal gennaio 2018, la zia di Luigi ha sempre scritto su Facebook rivolgendosi all'uomo che aveva quasi ucciso suo nipote. «Trova il coraggio di guardarti allo specchio e di ammettere che sei stato tu». Nessuno degli appelli della zia di Luigi aveva però avuto seguito. L'uomo che avrebbe sparato una raffica di colpi per prepararsi al Capodanno del 2018, negli stessi mesi in cui la famiglia di Luigi soffriva al capezzale del ragazzo, intercettato diceva: «Sono accusato di tentato omicidio, ma mi passa per la testa.... io non ho paura di nessuno, sono Vincenzo cimminiello».

Ci sono voluti 11 mesi di indagini per dare un nome e un volto all'uomo che aveva ferito la giovane promessa del calcio. Ma ora lo inchiodano le perizie balistiche disposte dalla Procura di Napoli Nord, il test col manichino, l'analisi su oltre 50 armi prelevate su ordine del procuratore Francesco Greco dalle abitazioni limitrofe al terreno sul quale si sono concentrate le indagini dei carabinieri di Aversa, diretti dal colonnello Donato D'Amato. Così, anche la corte di Cassazione, dopo una lunga discussione del legale difensore di Russo, l'avvocato Giuseppe Stellato, ha deciso di rigettare il ricorso sull'annullamento della misura cautelare.

ma.mu.
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