La sfida dei trasportatori,
nel Casertano si fermano in 5mila

La sfida dei trasportatori, nel Casertano si fermano in 5mila
di Luisa Conte
Lunedì 14 Marzo 2022, 07:33
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La protesta degli autotrasportatori è esplosa ieri sera. Quando tutto faceva pensare a un solo fermo dei mezzi nei depositi, intorno alle 20.30 i tir hanno spento i motori in autostrada e hanno iniziato la manifestazione contro il caro-carburante. Blocchi sono stati piazzati sui raccordi A1-A30 e A30-A1, il tratto che da Caserta conduce a Salerno, e sull'A1 tra Caserta Sud e Caserta Nord. Camion disposti su più file per evitare il passaggio delle vetture, per il momento con una corsia libera. La polizia stradale è intervenuta per cercare di evitare il blocco totale. È possibile che a scendere in strada ieri sera siano stati imprenditori autonomi, visto che la giornata di ieri era iniziata con l'assemblea di Trasportounito che aveva confermato la protesta ma senza alcun blocco. Nell'area fiera di San Marco Evangelista, erano tanti ad assicurare la loro adesione alla manifestazione, solo stamattina, però, avremo la certezza di quanti hanno deciso effettivamente di incrociare le braccia e potremo sapere se a rimanere nei depositi sono stati tutti o nessuno.

Cinquemila mezzi fermi in Campania, secondo le previsioni di Antimo Caturano. E dunque cinquemila tir in meno sulle strade e 5mila commesse non rispettate. A non essere consegnati materie prime e materiale industriale. Per il momento il fresco dovrebbe viaggiare ancora, ma non è escluso qualche cambio di programma. L'atmosfera, ieri, nell'assemblea per decidere le modalità del blocco era accesa. Tanto entusiasmo e partecipazione. Tanta attenzione alle dichiarazioni dei delegati delle associazioni che hanno preso la parola. Duemila persone circa in rappresentanza di quasi trecento aziende per ascoltare gli interventi del segretario nazionale di Trasportounito Maurizio Longo, del presidente regionale dell'associazione Antimo Caturano e del suo vice Francesco Annunziata e dell'imprenditore Giovanni Fontana.

Nel corso della riunione è stata ribadita la volontà di continuare la manifestazione contro il rincaro del carburante, nonostante lo stop imposto dalla commissione di garanzia, esplicitando che la parola sciopero non è adatta a descrivere questo tipo di manifestazione spontanea e autonoma da parte dei singoli autotrasportatori, non più disposti a fare viaggi in perdita. Il segretario nazionale ha sottolineato che l'iniziativa dell'associazione è nata allo scopo di dare uno strumento di appoggio ai camionisti, per consentire a questi ultimi di sentirsi liberi di incrociare le braccia per evitare che le ditte di autotrasporto aumentassero il proprio debito finanziario fino al fallimento.
Una rete di protezione, dunque, tesa a riorganizzare il settore per garantire un equilibrio nei rapporti tra il comparto, ora troppo debole contrattualmente, e il committente ed evitare che la crisi possa travolgere irrimediabilmente a catena tutti gli altri settori dell'economia. Sì, perché il fermo dei mezzi significherebbe stop alle forniture di tutti i tipi di prodotti e dunque niente rifornimenti per mercati e supermercati, per aziende edili e industriali. Per il momento non dovrebbero esserci rischi del genere, ma se nel prossimo incontro con il Ministero non si dovesse raggiungere un accordo accettabile per tutte le parti, allora la situazione diventerebbe seria.

Martedì al ministero la riunione con il vice ministro Bellanova e le rappresentanze sindacali degli autotrasportatori. Al tavolo anche una delegazione di Trasportounico.

La richiesta di quest'ultimo sempre la stessa: avere gli strumenti necessari ad andare avanti senza bisogno di beneficenza statale. E la protesta degli autotrasportatori infatti dovrebbe durare fino a martedì, 48 ore, per poi terminare con l'arrivo della bella notizia. Ma se le cose dovessero prendere una piega diversa e al Ministero la discussione non dovesse essere soddisfacente, allora la protesta andrà avanti ad oltranza e anche martedì sera i camion potrebbero rimanere nei piazzali delle aziende. Intanto, la carenza di scorte sembra essere scongiurata, ma la paura continua tra i consumatori.

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