Writer ucraino travolto dal treno: addio al sogno di pace di Serghi

Cameriere, 24 anni, faceva il volontario

Serghi Bakur
Serghi Bakur
di Claudio Coluzzi
Giovedì 2 Marzo 2023, 08:04 - Ultimo agg. 3 Marzo, 07:15
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Voleva andare a combattere per difendere la sua Terra invasa dai russi ma è restato in Italia perché figlio unico: il suo aiuto economico ai genitori e alla nonna era necessario. Ora Serghi Bakur, il ragazzo di 24 anni travolto e ucciso da un treno a Curti, mentre con una bomboletta scriveva «Pace in Ucraina» tornerà nella sua città, Sambir. Ma vi tornerà in una bara, sepolto nel cimitero di quell'agglomerato urbano a due passi dal confine con la Polonia.

È questo il triste epilogo di un assurdo incidente che ha avuto come vittima un ragazzo-writer, appassionato fin da piccolo di questa forma di espressione. Parole stilizzate e colori spray, tanta voglia di comunicare. In questo caso il suo desiderio di contribuire alla pace in Ucraina. L'altra mattina Serghi era uscito di buon ora con il suo corredo di bombolette e aveva raggiunto un casotto in muratura ai bordi della linea Caserta-Cassino via Santa Maria Capua Vetere, nel comune di Curti.

Si era messo al lavoro ed aveva scritto già la parola «Pace», con la «P» iniziale a cui aveva dato la forma di un cuore rosso. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti della Polfer di Caserta e del Compartimento di Napoli, coordinati dal sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Ricciardiello, ad un certo punto aveva deciso di scattare delle foto.

In precedenza ne aveva inviata una alla madre per farle vedere la prima bozza del disegno, poi si era fatto indietro ed aveva continuato a scattare. A questo punto sarebbe sopraggiunto un treno che lo avrebbe risucchiato sotto le rotaie, facendo scempio del suo corpo.

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Una tragedia assurda che ha sconvolto la comunità ucraina casertana. Serghi a Casagiove c'era giunto tre anni fa, prima dell'invasione russa dell'Ucraina. Abitava con i genitori e la nonna in una appartamento sulla via Nazionale, nel suo paese aveva fatto anche il militare prima di venire in Italia. Allo scoppio della guerra voleva partire per andare a combattere, per contribuire allo sforzo dei suoi connazionali impegnati nel contrastare l'avanzata russa. Ma non ha potuto farlo. Lavorava come cameriere, era figlio unico, e i soldi che guadagnava erano necessari a mantenere la famiglia.

«Si era iscritto con i suoi genitori - dice il referente religioso della comunità ucraina a Caserta, padre Igor - al pellegrinaggio che domenica prossima faremo da Padre Pio, era sempre pronto a contribuire a tutte le attività in sostegno all'Ucraina. Si era dato da fare per la raccolta di materiale da inviare ai nostri combattenti, ogni settimana caricava e scaricava generi di necessità che inviamo alla nostra gente, lavorava alla mensa ucraina e faceva il cameriere in un locale. La nonna mi ha contatto poco fa per organizzare il funerale, attendiamo che la salma venga rilasciata dopo l'autopsia, il rito verrà celebrato nella nostra chiesetta di via San Carlo a Caserta».

Dall'autopsia gli investigatori attendono conferme soprattutto sull'orario della morte. Il corpo maciullato è stato infatti visto dal macchinista di un treno alle 13,30 di martedi scorso. Ma l'investimento era avvenuto prima, il precedente conducente non si era accorto del ragazzo, anche perchè non sarebbe stato investito dalla motrice ma risucchiato dai vagoni successivi.
Per tutta giornata di ieri la Polfer ha continuato a visionare le telecamere nei pressi della linea ferroviaria. Si cerca di capire se c'erano altri ragazzi con Serghi che magari dopo l'incidente si sono allontanati. Se così fosse si potrebbe ricostruire l'accaduto in tempi più brevi. Ma, finora, non risulta ci siano testimoni. La ricostruzione, quindi, parte dal telefono del ragazzo che squilla insistentemente affianco al suo corpo e restituisce al poliziotto che effettua il sopralluogo la voce disperata della madre. Poi l'arrivo del padre che, nonostante il corpo decapitato e la testa sfigurata, non ha dubbi nel riconoscere in quei resti il figlio.

«Ora c'è solo tanto dolore - conclude padre Igor - Serghi era rimasto sconvolto dalla morte durante i combattimenti in Ucraina dello zio, a cui era molto legato, il 27 dicembre scorso. Lo zio con cui voleva andare a difendere il suo Paese. Purtroppo, nonostante fosse rimasto in Italia, ha trovato anche lui la morte».
 

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