Vetro, metallo, carta: due impianti
per i rifiuti nel vecchio mattatoio

Vetro, metallo, carta: due impianti per i rifiuti nel vecchio mattatoio
di Luisa Conte
Mercoledì 16 Febbraio 2022, 08:36
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Nuova vita per l'ex mattatoio comunale di Caserta. L'area di via Edison, abbandonata da anni e immersa nel degrado, è stata individuata come sito adatto alla realizzazione di due nuovi impianti per il trattamento e il riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata. Il progetto è stato approvato dalla giunta di Carlo Marino su proposta dell'assessore Carmela Mucherino che ha presentato uno studio di fattibilità ritenuto idoneo per essere proposto al MiTe (Ministero della Transizione ecologica) in modo da ricevere i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza necessari alla realizzazione.

Si tratta di più di 19 milioni di euro per organizzare le due strutture che consentono lo smaltimento di vetro e multimateriale.

La scelta di costruire queste tipologie di impianti per il trattamento e il recupero degli imballaggi è scaturita dopo che l'amministrazione comunale ha condotto delle analisi a partire dai dati della raccolta differenziata e dalla carenza di impianti sul territorio comunale per il trattamento e la valorizzazione di alcuni flussi di rifiuti. Il progetto nasce dalla volontà di rendere il Comune di Caserta autonomo per quanto concerne l'intero ciclo integrato dei rifiuti.

Inoltre, rappresenta anche una sorta di manovra economica molto conveniente per l'ente.

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«Gli imballaggi in plastica, acciaio, alluminio, carta e cartone sono sicuramente i materiali più pregiati avendo storicamente un mercato, pertanto si prevede di realizzare ex novo un impianto per trattare e cedere il materiale in maniera autonoma cercando il miglior prezzo sul mercato. Stesso dicasi per gli imballaggi in vetro». Si legge nelle premesse della delibera dove viene indicato anche che Caserta produce una quantità molto elevata proprio di questo tipo di rifiuti. A monte di ciò c'è l'esigenza di aumentare in modo considerevole la percentuale di raccolta differenziata «attraverso scelte gestionali adeguate alla realtà territoriale e l'utilizzo di nuovi e innovativi sistemi».

I due impianti, insieme con quello di trattamento della frazione organica da 40mila tonnellate annue, già finanziato, dovrebbero risolvere il problema della carenza di impiantistica sul territorio che rappresenta una delle maggiori criticità del settore. Un progetto ambizioso che dovrà fare i conti però anche con eventuali proteste o polemiche così come accaduto già per il biodigestore da realizzare in zona Ponteselice. Intanto, però, sordi alle possibili opposizioni, l'attenzione è tutta rivolta al piano, che prevede la realizzazione di un impianto su una superficie di 9.600 metri quadrati all'interno dell'area dell'ex macello comunale di 46.650 metri quadrati, lasciando a disposizione di futuri ampliamenti la restante parte. Si prevede la costruzione di un unico capannone diviso in due parti dove posizionare gli impianti di recupero del vetro e del multimateriale, con una piccola appendice per ospitare gli uffici.

Negli impianti saranno trattati plastica e metalli, «con la possibilità di trattare anche si legge nella delibera la frazione relativa ad imballaggi in carta e cartone e carta e cartone da raccolta differenziata, nonché imballaggi in legno, ingombranti e Raee». E il vetro da raccolta differenziata, «con la doppia ipotesi che venga conferito all'impianto vetro da raccolta differenziata tal quale o triturato per mezzo di apposite macchine tritavetro denominate Sbriciola, eventualmente da posizionare in diversi contesti urbani (condomini, scuole, grandi utenze) nell'ottica del miglioramento qualitativo e quantitativo della raccolta differenziata di tale frazione». L'idea è quella di offrire il servizio anche ai comuni limitrofi oltre che a Caserta. Questo è il progetto più ambizioso proposto dall'assessore alla Transizione ecologica Carmela Mucherino, che ha presentato anche altri quattro piani relativi sempre al Piano nazionale di ripresa e resilienza, per un totale di contributi richiesti di quasi 25 milioni di euro.
 

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