Parroco sotto ricatto
per un video a luci rosse:
due ragazzi in carcere

Parroco sotto ricatto per un video a luci rosse: due ragazzi in carcere
Martedì 12 Novembre 2019, 21:49 - Ultimo agg. 19 Marzo, 18:30
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Ricatto hard al parroco di Succivo (Caserta) arrestati per esecuzione pena, per il reato di estorsione aggravata, due giovani dell'agro aversano. Questa sera i carabinieri di Marcianise e Casal di Principe (Caserta) hanno eseguito il provvedimento restrittivo emesso dal  tribunale di Napoli Nord a carico di Yevheniy Borysyuk, 22enne ucraino residente a Succivo (Caserta) e Mario Donadio, 24 anni, residente a S. Arpino (Caserta).  

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Dopo aver patteggiato la pena, così come richiesto dalla difesa avvocato Enzo Domenico Spina, qualche mese fa al tribunale di Napoli Nord, dinanzi al giudice Santoro, ora dovranno scontare rispettivamente la condanna ad un anno e tre mesi, il giovane 22enne, un anno e undici mesi, il giovane 24enne. 

In diverse occasioni avrebbero chiesto a don Crescenzo Abbate, parroco della chiesa della Trasfigurazione di Succivo, la somma di 20mila euro per non divulgare una foto di un filmato «a luci rosse» che, sembra, ritraesse l'uomo di chiesa. Fino a che il sacerdote ha deciso di sporgere denuncia permettendo l'arresto in flagranza di reato. Da parte sua la diocesi di Aversa c'è stata la richiesta di «sospensione temporanea dal suo ufficio di parroco» al sacerdote, che aveva denunciato i due ragazzi. 

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In una nota del vescovo di alcuni mesi fa si leggeva: «si attende con rispetto che le indagini condotte dalle autorità giudiziarie facciano chiarezza e accertino l'effettiva consistenza dei fatti e delle responsabilità di quanto accaduto. Nel frattempo, e per il tempo che sarà ritenuto necessario, la diocesi ha disposto di chiedere al sacerdote la sospensione temporanea dal suo ufficio di parroco». Il tribunale ecclesiastico sta, infatti, accertando con un'indagine interna, eventuali responsabilità morali che avrebbero potuto compromettere l'attività del religioso. I due giovani in serata sono stati tradotti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere
 
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