Scavi di Pompei, ricostruita la branda degli schiavi: «È il nostro Presepe»

Il lettino trovato nella villa di Civita Giuliana rifatto con la tecnica dei calchi anticipa la mostra sulle vite comuni all'ombra del Vesuvio che verrà inaugurata il 15 dicembre

La stanza degli schiavi ricostruita a Pompei
La stanza degli schiavi ricostruita a Pompei
Martedì 21 Novembre 2023, 16:29 - Ultimo agg. 18:53
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Anticipa la mostra «L’altra Pompei: vite comuni all’ombra del Vesuvio», allestita nella Palestra Grande dell’area archeologica, che verrà inaugurata il 15 dicembre 2023. Ma vuole anche richiamare il Presepe, nella versione più semplice e originale. Il tutto, con la ricostruzione di una branda trovata nella villa extraurbana di Civita Giuliana, nella «stanza degli schiavi».

Il lettino, composto da assi in legno e una rete di cordini e facilmente smontabile, è stato riprodotto con la tecnica dei calchi (vuoti nella cinerite lasciati da legno e tessuto vengono riempiti di gesso) ed è esposto da oggi sotto la scala (conservata come traccia nel muro) di una bottega su via dell'Abbondanza (regio I, insula 6, civico 12), a fianco della casa del Larario di Achille, dove si ipotizza fosse collocata un'officina ferraia con retrobottega e ambienti abitativi al primo piano.  

«Quello che vediamo rispecchia le condizioni di vita dell’80% delle persone che vivevano a Pompei – spiega il direttore del Parco e curatore dell'esposizione, Gabriel Zuchtriegel – mentre le case ad atrio che siamo abituati a considerare caratteristiche dell’architettura domestica romana, in realtà rappresentano una piccola minoranza.

La mostra vuole raccontare questa ‘altra’ Pompei: la città dei ceti medio e basso, degli artigiani, dei negozianti, delle prostitute, dei liberti e degli schiavi».

Ovvero, l'esposizione vuole rappresentare «la gente comune che è rimasta nell’ombra dei grandi eventi della storia, ma la cui vita a Pompei può essere ricostruita in maniera unica. Quest’anno, la brandina, sotto la scala di una bottega pompeiana, è la nostra versione del presepe natalizio, di cui Papa Francesco dice che deve parlare alla vita: lo spazio degli ultimi dove la vita non è scontata ma un regalo prezioso».

Sottolinea la co-curatrice Silvia Bertesago: «Il letto è parte di una stanza di soli 16 metri quadrati, in cui vivevano probabilmente tre servi. La copia dell’intero contesto, ricreata grazie ai calchi, così come la riproduzione di altri due ambienti della Casa del Larario, costituiranno il fulcro della mostra. Questi ambienti sono stati teatro di vite reali, vite di persone comuni, vere protagoniste del percorso espositivo. In esso, attraverso sette sezioni e circa trecento reperti, si seguirà idealmente il corso dell’esistenza di coloro che appartenevano alla fascia sociale mediobassa, partendo dalla nascita fino alla morte e attraversandone vari aspetti».

Grazie ad un sistema ideato per l’app My Pompeii il visitatore potrà anche «sorteggiare la propria identità antica, comprendendo quanto fosse normale e facile essere una delle tante persone comuni che abitavano uno spazio anonimo, che potrà poi essere fisicamente raggiunto seguendo le indicazioni fornite dall’applicazione stessa», aggiunge Bertesago. 

Ultima nota: la copia è stata  realizzata grazie a una scansione digitale, stampante 3d, tecnica Fdm con materiale Pla di ottima qualità e rifinita a mano.

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