Spagna, un verso delle Georgiche di Virgilio inciso su un vaso romano

Il graffito potrebbe essere stato inciso in una delle proprietà della famiglia senatoria dei Fabii

Photo credit: Iván González Tobar/Labex Archimède; University of Córdoba
Photo credit: Iván González Tobar/Labex Archimède; University of Córdoba
di Mariagiovanna Capone
Venerdì 23 Giugno 2023, 21:09 - Ultimo agg. 25 Giugno, 12:02
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Gli archeologi hanno decifrato un verso di Virgilio scolpito nell'argilla di un piccolo frammento di un vaso oleario romano.

Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of Roman Archaeology dell’Università di Cambridge. Frammenti di questo vaso furono trovati nel 2016 nei pressi di Cordova in uno scavo nel sito di Noguera condotto da archeologi spagnoli. Gli studiosi definiscono questo frammento con l’incisione un ritrovamento «eccezionale» perché mai delle poesie erano state incise dai vasai romani sulle anfore, piuttosto sul fondo venivano regolarmente scritte informazioni relative ai produttori, alle quantità e il costo. 

Il frammento è stato scoperto dai membri di Oleastro, una collaborazione tra le Università di Cordoba, Siviglia e Montpellier durante la prospezione nel comune di Hornachuelos (Córdoba). È un frammento di un'anfora contenente olio della provincia romana della Betica che è stata fatta circa 1.800 anni fa.

Non è stato scioccante trovare un pezzo di anfora in un'area come la pianura del fiume Guadalquivir, considerata uno dei centri nevralgici della produzione e del commercio di olio d'oliva in tutto l'Impero.

Nei dintorni di Cordoba, l'odierna Cordova, una buona parte dell'olio d'oliva consumato da Roma veniva prodotta e confezionata qui, come evidenziato, ad esempio, dai resti di anfore con sigilli Baetica conservati sul Monte Testaccio. Di conseguenza, il frammento di un'anfora con testo su di esso sembrava essere solo un altro pezzo senza un significato speciale all'inizio. Tuttavia, tutto è cambiato quando l'epigrafe è stata decifrata, e attraverso la sovrapposizione, i ricercatori sono stati in grado di dedurre che il testo corrisponde al settimo e all'ottavo verso del primo libro «Le Georgiche», un poema di Virgilio dedicato all'agricoltura e alla vita in campagna, scritta nel 29 a.C., che dice: «Chaoniam pingui glandem mutauit arista, poculaque inuentis Acheloia miscuit uuis» (Se è vero che per vostra grazia il genere umano sostituì le ghiande caonie con le pingui spighe di grano e mescolò l'acqua dell'Acheloo col vino che aveva scoperto).

Il graffito potrebbe essere stato inciso in una delle proprietà della famiglia senatoria dei Fabii. I frammenti di anfore studiati sono datati tra il II e il III secolo d.C. È possibile che sia stato realizzato da un adulto per insegnare a leggere a un bambino piccolo, oppure che sia stato un bambino a imparare i versi a memoria e a inciderli. Gli esperti infatti stanno discutendo se questo graffito fosse un esercizio meccanico, come semplice divertimento, o una pratica di scrittura.

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