Alberto Angela: «Il Cristo Velato? Bello come la Pietà»

Alberto Angela: «Il Cristo Velato? Bello come la Pietà»
di Luciano Giannini
Venerdì 27 Settembre 2019, 08:48
4 Minuti di Lettura
Il secolo d'oro dei Borbone, Tanucci e Vico, il San Carlo C'è ovviamente anche Napoli in «Meraviglie - Alla scoperta della penisola dei tesori», l'ultimo libro di Alberto Angela, scritto sull'onda dell'omonimo suo programma e uscito la scorsa settimana. L'altro giorno Angela l'ha donato anche al presidente Mattarella nel corso di una visita al Quirinale. Al Prix Italia della Rai, che si concluderà domani ai Mercati di Traiano, invece, il divulgatore e affabulatore Angela ha portato in anteprima la visione della prossima, preziosa puntata di «Ulisse - Il piacere della scoperta», in onda domani su Raiuno, con l'intento coraggioso e vincente di nobilitare la prima serata del sabato rinunciando ai soliti vacui lustrini televisivi. La puntata è dedicata a Leonardo, per i 500 anni dalla morte, e vedrà coinvolti, oltre all'ospite consueto Gigi Proietti, anche Giorgia e Roberto Benigni.

Angela, seguendo le sue tracce, che cosa ha capito: chi è Leonardo?
«Un genio - italiano - libero di scivolare come vela al vento sul mare della conoscenza. Voglio dire che egli incarna soprattutto la libertà di pensiero. Scriveva con la sinistra. Dunque, nessun istitutore lo costrinse a usare la destra. Da questo e altri segnali si intuisce che la sua adolescenza fu senza vincoli tanto ferrei da impedirgli di manifestare le sue capacità. La libertà gli permise di spaziare dall'anatomia umana a invenzioni nel campo delle fortificazioni, del volo, dell'immersione sottomarina, fino alla pittura. Pensi alla prospettiva aerea, che soltanto con i colori ti fa capire se un oggetto è più vicino o più distante».

La Gioconda
«Quel dipinto è un mistero voluto. Un trattato. Leonardo dispone la figura di tre quarti, come una fiamma che si contorce; assoluta novità. Poi, non definisce il volto. Sfuma gli occhi e i tratti della bocca, non dipinge le sopracciglia Lei ti guarda lievemente di lato, e tu non capisci il suo stato d'animo, perché l'autore ha tolto i messaggi emotivi che ogni viso emette. Così, ognuno di noi proietta inconsciamente il proprio stato d'animo in lei. E la Gioconda diventa uno specchio dell'anima di chi guarda».

 

Che cosa faranno Giorgia e Benigni?
«In una residenza rinascimentale, Giorgia canterà un testo di Leonardo; ed è sorprendente che le sue parole di oltre 500 anni fa riprendano vita grazie a una bella voce di oggi. Benigni, nato non lontano da Vinci, con Massimo Troisi girò Non ci resta che piangere, dedicandolo al geniale conterraneo. E racconterà quanto il suo Leonardo sia vivo e vero. In realtà, questo è anche il nostro intento: scoprire l'uomo, oltre allo scienziato e all'artista».

Sta preparando la nuova serie di «Meraviglie». Tornerà a Napoli?
«Come non potrei, parlando di meraviglie; ma non so ancora dove e quando, perché le stiamo definendo e ordinando. E quel che emerge è la loro quantità, frutto di tante civiltà diverse accavallatesi dei millenni, Nuraghi, Greci, Etruschi, Romani, Medioevo, Rinascimento toscano, barocco romano, il secolo d'oro dei Borbone, col San Carlo e la Reggia di Caserta Napoli era un lume della nobiltà, una capitale mondiale. Vede».

Sì?
«Il Cristo velato nella Cappella Sansevero ha la stessa bellezza della Pietà di Michelangelo, entrambe opere che racchiudono e sintetizzano una intera cultura, una complessa e ricchissima civiltà. Le faccio un altro esempio».

Dica.
«La Casina vanvitelliana del Fusaro all'esterno non esiste roba del genere così complessa e incastrata, se la vedi dall'alto, all'interno di una distesa orizzontale voglio dire che non bisogna guardare solo ai grandi monumenti, ma anche alle realtà più piccole. Tutte racchiudono la cultura dell'epoca cui appartengono».

L'Italia è uno scrigno di ricchezze senza pari. Come spiega la miopia della classe dirigente, ostinata a non capire che investendo sulla nostra bellezza, trasformerebbe l'Italia nel Paese più ricco al mondo?
«Rispetto al passato si fa di più. Il resto spetta anche a noi. Meraviglie che diventa libro; Ulisse in onda nella prima serata del sabato sono segnali importanti. Nessuna tv estera lo fa, ma il nostro pubblico televisivo è più sensibile perché in tanti centri storici, piccoli e grandi, la bellezza lo circonda. Esci di casa e trovi chiese, fontane, palazzi che raccontano culture preziose. E tu senti di farne parte».
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