Daniel Schreiber, Soli: la scalata alla ricerca della felicità

Questo libro è una specie di apripista, utilissimo a chi vuole scalare una vetta nuova e provare, durante l'ascesa, variopinti piaceri

Daniel Schreiber
Daniel Schreiber
di Antonio Pascale
Martedì 4 Luglio 2023, 08:00 - Ultimo agg. 18:02
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Vi ricordate quando sul corso della vostra città passava una che conoscevate e si cominciava a commentare così: eh, quella è zitella, nessuna se la prende. Anche il caso opposto veniva preso in considerazione: quello è signorino. Anche se poi al signorino veniva associato uno specifico orientamento sessuale. Quando si incontrava la zitella o il signorino passava sempre lo stesso messaggio: la solitudine è terribile, fonte di depressione. Quello che rimane solo sconta una condanna a vita. Di contro, veniva proposto il modello classico, la coppia romantica, quella che si occupa con costanza e spirito di sacrificio dei figli, e nei casi fortunati, inoltre, i coniugi muoiono pure insieme: un sigillo. Tutti noi di fronte a uno scenario simile da una parte ci sentivano rassicurati, dall'altra parte spaventati.

Pur di non finire nella condizione colposa di zitella o signorino, e morire da soli, passavamo sopra alcuni aspetti non piacevoli legati all'amore romantico, come per esempio, uno su tutti, l'idea di possesso, se mia/o, con tutte le conseguenze del caso.

Per non parlare poi di un'altra non trascurabile sensazione: una coppia molto romantica non vede ciò che il mondo offre, ma pensa solo al benessere della propria anima gemella. È in fondo la vecchia critica che Aristofane nel Simposio muove all'idea di dolce metà. Se siamo costantemente impegnati a cercarla, poi, appunto, una volta uniti diventiamo una sfera, senza nessun desiderio, senza ambizioni. 

L'amore, la vita stessa, non può ridursi a questo, anzi dovrebbero essere, sia l'amore, sia la vita, una incessante ricerca. Tanto la felicità si prova non quando raggiungi l'obiettivo ma quando lo rimandi, vogliano o non vogliamo prendere sul serio il nostro Giacomo Leopardi?

Insomma, è vero, la società di ieri ha elogiato la vita di coppia e svilito la vita solitaria, ma era appunto la società di ieri, con un diverso orizzonte di valori. C'era la società contadina che accoglieva (fino al 1800) quasi l'85 per cento della popolazione, e questo mondo aveva rituali millenari e immobili.

Fai molti figli, qualcuno muore, lo piangi e ne fai un altro, lavori, preghi, bisticci e fai a mazzate con il vicino che si allarga sul tuo terreno: è la storia del nostro mondo. Il vecchio orizzonte di valori a partire dagli anni 70 (almeno in Italia) si è sfaldato. I figli non sono più una priorità o una scelta obbligata, metti poi che non siamo più contadini, aggiungi il fatto che viaggiamo e scopriamo altri mondi. In questo momento, nessuno di noi con facilità e sprezzo etichetterebbe una persona che vive da sola come zitella o signorino: è una grande conquista. Segnala, un nuovo modo di vivere. 

Certo, abituati come siamo al vecchio mondo dobbiamo ancora comprendere il nuovo, ma i nostri figli lo stanno già sperimentando, senza tante fisime. Allora, che si prova a essere soli? Bella domanda, necessaria anche, a cui cerca di rispondere Daniel Schreiber, con il suo libro: Soli (Add Editore). Un saggio personale. Ciò significa che il nostro autore (un critico d'arte e scrittore di diverse biografie) ragiona sulla propria esperienza: si è trovato in una condizione di solitudine e ha cercato di capire se invece fosse una vocazione, dunque non un impedimento ma una scelta. Libro molto interessante, a tratti commovente, perché l'autore leggendo sia saggi sull'argomento sia le sue sensazioni cerca di far capire (e convincerci) che la solitudine è per molti versi un vantaggio, comunque una nuova vocazione, una scoperta. Ti costringe infatti ad abbandonare l'idea dell'amore romantico (legato al mero possesso) e sperimentare nuovi tipi di relazioni, una fra tutte, l'amicizia. Non è facile, l'autore con onestà lo riconosce, perché ad ogni svolta corrisponde un angolo nel quale ti puoi chiudere o un binario morto, ma allo stesso tempo si sente il protagonista di una nuova avventura, che presto riguarderà più cittadini.

Quindi, questo libro è una specie di apripista, utilissimo a chi vuole scalare una vetta nuova e provare, durante l'ascesa, variopinti piaceri e non solo la vergogna. La scalata, altro non è che la nostra vita, unica, anzi, come cerca di dirsi l'autore, molto interessante anche se siamo soli. 

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