Davide Morganti, Atlante della fine del mondo: il giro del mondo in 250 racconti

Il protagonista è Casimiro Boboski è un tizio mite, tonto e balbuziente

Davide Morganti è l'autore di Atlante della fine del mondo
Davide Morganti è l'autore di Atlante della fine del mondo
di Ugo Cundari
Martedì 29 Novembre 2022, 10:59
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Casimiro Boboski è un tizio mite, tonto e balbuziente. Non sa dire di no a nessuno, nemmeno a chi lo prende in giro. È così obbediente che se qualcuno gli chiedesse di buttarsi dal balcone lui lo farebbe, tanto ignora la tragica quiete della morte. Ha 40 anni, forse 50, non si sa. Di mestiere disegna bandiere. Lavora in un ufficio a San Marino. È vessato dal capo, che un giorno lo convoca e gli ordina di partire per il giro del globo. Deve scoprire se il mondo sta finendo o se sono solo i confini in procinto di scomparire.

Casimiro, mansueto, accetta senza protestare e parte per un lungo viaggio. Dopo l'Italia visita Africa, Asia, Oceania, America e infine l'Europa per tornare al punto di partenza. La tassa per entrare nei vari paesi non è due fiorini ma una storia. Casimiro se ne deve inventare una ogni volta. E così insieme a lui, e alle sue storie, visiterà tutti i Paesi presenti sul mappamondo, e non solo quelli sovrani perché ce ne sono anche di quelli non ufficialmente indipendenti come Transnistria, terre Australi, Antartide, Donbass, chi leggerà le oltre 2200 pagine dei 250 racconti raccolti nei cinque volumi in cofanetto di Atlante della fine del mondo (Marotta&Cafiero, euro 60) di Davide Morganti

«L'idea è nata oltre 10 anni fa.

Ne parlai con Francesco Durante, grande appassionato anche di geografia, che ne fu entusiasta. Le storie c'erano ma mancava la cornice, che ho messo a fuoco dopo molto tempo. Casimiro ne pensa una per ogni Paese, ma spesso non ne è il protagonista, rimane sullo sfondo come Hitchcock nei suoi film», dice Morganti, che per scegliere il nome del suo protagonista si è ispirato al personaggio di «Il grande Lebowski».

Alcuni racconti sono lunghi cento pagine come quelli di Francia e Germania, altri poche righe come quelli sulle isole Falkland o su Timor Est, ma tutti sono «storie di passaggio. Non offrono mai un solo punto di vista. Non una sola chiave di lettura. Sono storie caleidoscopiche, scoperte continue. Morganti parte da un fatto locale, a volte da accadimenti storici o di cronaca, per dare una connotazione maggiore radicandola sul territorio, ma poi è tutta fantasia», sottolinea Maurizio Vicedomini, editor della casa editrice. «Per cui siamo di fronte a un Pentamerone dei giorni nostri. Su questi cinque volumi, tirati in diecimila copie, abbiamo investito molto, ci aspettiamo un ritorno economico ma quel che conta è che ci siamo tolti lo sfizio di pubblicare un'opera mondo che resterà per anni sugli scaffali delle librerie», continua Rosario Esposito La Rossa, a capo della Marotta&Cafiero. 

Il primo passaggio di frontiera per Casimiro è con l'Italia, per andare a Matera. E allora ecco raccontare la storia del torpedone di Pasolini. In fase di montaggio di «Il vangelo secondo Matteo» il regista si accorge che, durante la crocifissione di Cristo, sullo sfondo compare un torpedone che porta in giro turisti. Pasolini decide di non tagliarla, la prende a modello dell'irruzione della modernità nell'antico. Da questo aneddoto si dipana poi una storia di visioni, angeli, demoni, Cristi ritornanti. Alla fine del viaggio, che dura non si sa bene quanto, Casimiro torna dal capo. Non è più balbuziente. Vorrebbe raccontare le sue storie e le sue avventure ma il capo gli chiede gli appunti. «Li ho persi» ammette candidamente Casimiro. «E allora ricomincia il giro», conclude il capo senza scomporsi. 

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