La Lisbona di Fernando Pessoa (1888-1935) è una città inquieta dove perdersi in un'affollata solitudine, è il luogo ideale dove ritrovarsi in una sola moltitudine. Si può cambiare identità e diventare un altro, si può finalmente decidere chi si è, dipende se si sceglie di riconoscere nell'aria che si respira l'impeto travolgente dell'Atlantico o la carezza rassicurante del fiume Tago. Sulle orme di Pessoa, ecco i suggerimenti giusti per chi trascorrerà qualche giorno nella capitale del Portogallo. Tutti i posti segnalati sono quelli più frequentati e amati dal grande scrittore che della sua città natale scrisse: «Non ci sono per me fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona».
Per chi vuole perdersi/1
Tram numero 3, fermata rua dos Douradores, nella Baixa. Qui viveva uno degli eteronimi più famosi di Pessoa, immortalato nella sua autobiografia Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares. È la vita di un contabile che abita al quarto piano di un edificio dal quale, contemplando l'alba, pensava: «Lo svegliarsi di una città, che avvenga con la nebbia o altrimenti, per me è sempre più commovente dello spuntare del giorno in campagna... Un mattino in campagna esiste; un mattino in città promette; il primo fa vivere; il secondo fa pensare. E io sentirò sempre, come i grandi maledetti, che è meglio pensare che vivere». Come ha scritto Antonio Tabucchi, che ha curato la versione italiana del testo, «il libro di Soares è certamente un romanzo. O meglio, è un romanzo doppio, perché Pessoa ha inventato un personaggio di nome Bernardo Soares e gli ha delegato il compito di scrivere un diario. Soares è cioè un personaggio di finzione che adopera la sottile finzione letteraria dell'autobiografia. In questa autobiografia senza fatti di un personaggio inesistente consiste l'unica grande opera narrativa che Pessoa ci abbia lasciato: il suo romanzo».
Per chi vuole perdersi/2
Farsi stordire dalla folla è facile dalla Brasiliana, anzi da A Brasileira, in rua Garrett 120. È un caffè letterario ancora oggi frequentato da scrittori e intellettuali superstiti. Aperto nel 1905, interni Art déco, tavoli esagonali, considerato monumento nazionale, offre la migliore «bica», caffè molto forte, simile al nostro espresso. Pessoa ci passava le ore a bere assenzio e aspettare la giusta ispirazione per le sue poesie, i suoi romanzi e le sue molteplici identità. Proprio vicino al bar c'è la sua statua in bronzo. Mettersi in file per un selfie.
Per chi vuole perdersi/3
Leggere e scrivere equivale a farsi domande mai poste prima, insomma a mettersi in discussione, che è l'invito di un'altra statua di Pessoa, quella che al posto della testa ha un libro. Si trova fuori alla casa natale dello scrittore, al quarto piano del Largo de São Carlos 4 nel quartiere del Chiado, proprio di fronte il teatro Nacional de São Carlos, l'Opera di Lisbona.
Per chi vuole ritrovarsi/1
Non un centro di gravità permanente ma un tavolo che è sempre lo stesso. Un altro famoso locale frequentato da Pessoa era il Café-Restaurante Martinho da Arcada in praça do Comércio 3, dove aveva un tavolo riservato solo per lui in modo permanente, ed è rimasto uguale a com'era. Questo café, inaugurato nel 1778, è il locale più antico di tutta Lisbona, la cucina proposta è quella tipica portoghese.
Per chi vuole ritrovarsi/2
Fermarsi a pensare e ritrovare equilibrio e serenità è possibile contemplando uno dei monumenti più belli e maestosi della capitale, il Mosteiro dos Jerónimos, dove è sepolto Pessoa. La sua tomba si trova nella parte interna del monastero. Di fronte, si trova il bellissimo e ben curato Jardim da Praça do Império, con i suoi innumerevoli ulivi e un'ampia vista di prato verdeggiante che, almeno per un po', fa dimenticare il caos e placare i tormenti.
Per chi vuole ritrovarsi/3
Affacciarsi sul Tago e recitare i versi di Pessoa: «Il fiume del mio villaggio non fa pensare a niente/ chi sta sulla sua riva sta solo sulla sua riva».