Mussardo racconta in un libro la storia di Bruno Pontecorvo

La presentazione del volume sul giovane fisico il 7 dicembre alle 17 nell’Istituto italiano di studi filosofici di Napoli

La copertina del libro
La copertina del libro
Mercoledì 29 Novembre 2023, 20:07
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Si presenta il libro “Maksimovic” di Giuseppe Mussardo (Sissa, Trieste) il 7 dicembre alle 17 nell’Istituto italiano di studi filosofici di Napoli. Al centro la storia di Bruno Pontecorvo, il più giovane tra i fisici di via Panisperna con Enrico Fermi, soprannominato «il cucciolo»,  è stato il geniale e più acuto interprete delle proprietà della particella  “neutrino” negli anni 40-50 e 60,  la più elusiva tra le particelle elementari del secolo scorso, studiata ancor oggi intensamente anche nei laboratori Infn del Gran Sasso (ancora incerta la sua massa).  Di fede comunista, fu tenuto a distanza da  Fermi e dal progetto Manhattan  di Oppenheimer che realizzò la bomba atomica. 

Sotto osservazione dei servizi segreti inglesi alla fine della guerra, si trasferì segretamente  in Urss nel 1950 con la famiglia, e forse per questo non fu insignito del premio Nobel, che meritava per i suoi contributi fondamentali  alla fisica delle alte energie.

Come scrisse Pietro Greco nel 2013, centenario della nascita, «Bruno Pontecorvo come scienziato e come uomo è stato un personaggio che ha rappresentato come pochi altri le contraddizioni del “secolo breve”, il Novecento».


Il libro è divulgativo per la parte scientifica. Inizia dagli anni di via Panisperna ed  è  un riepilogo della storia mondiale di quegli anni. Centrato sulla figura umana di Pontecorvo, dall’infanzia in seno alla famiglia, ebrea e radicata nel getto di Roma, alla sua adesione al comunismo a contatto con i coniugi Joliot-Curie, i fisici  di Parigi,  e con il fuoriuscitismo  antifascista italiano in Francia. Ricostruisce la sua fuga negli Usa con la sua famiglia nel 1940 mentre i nazisti occupano la Francia, accolto grazie ad un contratto di lavoro nella prospezione petrolifera con tecniche a  neutroni in cui era maestro.

Nel 1942 passa a lavorare  ad un reattore nucleare inglese, messo su in Canada, parallelo alla pila di Fermi,  con qualche traversia perché  qualificato “enemy alien” (in quanto italiano). Dopo la guerra, segue l’attività  a cui lavorava di ritorno  in  Inghilterra, ma nel 1950  decide di trasferirsi  con la famiglia in  Urss.  Di lettura piana  e avvincente, scritto in modo molto vivace, ha  una parte molto documentata sul lavorio delle spie a favore dei sovietici (tra le quali l’autore non  annovera Pontecorvo) nel periodo del progetto Manhattan ed immediato postbellico, da leggere  come  un thriller, con  dettagli documentati  che incuriosiscono.


Alla presentazione del 7 dicembre saranno presenti Lucia Votano  che è una fisica, direttrice dei laboratori Infn del Gran Sasso per un quadriennio,  esperta di neutrini, e Silvano Tagliagambe, emerito studioso, filosofo della scienza.

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