«Madre dolore»: viaggio nella Scampia di Sanzone sospesa tra malavita e speranza

Alla scoperta dei luoghi del commissario Mirco Del Gaudio, "sbirro" che non ama il suo lavoro

Daniele Sanzone
Daniele Sanzone
di Matteo De Crescenzo
Venerdì 27 Ottobre 2023, 15:29 - Ultimo agg. 28 Ottobre, 11:50
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«Il mio è un commissario anomalo che non si sarebbe mai aspettato di fare lo «sbirro», perché quello del poliziotto è un lavoro lontano anni luce dai suoi ideali. È un personaggio che vive la contraddizione e il conflitto di un ruolo che non ama in un quartiere difficile»: Daniele Sanzone, storico frontman degli A67,  presenta il protagonista del suo primo giallo, “Madre dolore”.

La storia è ovviamente ambientata a Scampia, dove Sanzone vive da sempre, e l’investigatore che conduce le indagini, Mirco Del Gaudio, è al comando del commissariato del rione.

I protagonisti della vicenda narrata da Sanzone, però, non sono camorristi: a dare il via all’inchiesta, infatti, è un suicidio al Parco Fiorito, uno dei tanti complessi di edilizia residenziale costruiti negli anni Settanta.  

Del Gaudio, che pur barcamenandosi tra problemi personali, familiari e lavorativi, è mosso da un profondo e incrollabile senso di giustizia, riuscirà a sbrogliare una matassa fatta di passioni, odi, vendette, e molto amore. 

Una storia che rapisce il lettore, tenendolo con il fiato sospeso,  mentre  la prosa, dura e diretta, prosegue scorrevole e mai intricata.

Sullo sfondo un quartiere che, seppur dolente, comincia a coltivare una speranza di rinascita. Sanzone lo racconta con la precisione di un cronista: Del Gaudio si muove tra il commissariato, il ristorante etnico “Chikù”, il preferito del commissario, la Vela Azzurra, dove il commissario di notte si ferma smarrito a fumare, il parco Ciro Esposito, che porta il nome del tifoso ucciso a Roma rilanciandone il messaggio di non violenza, e via Ghisleri, via Bakù, i luoghi che furono piazze di spaccio.

Nomi che sono un continuo rimando tra quel che è e quel che potrebbe essere.

I protagonisti della storia di Sanzone vivono e agiscono in una 167, vera, vivida e reale, in un’atmosfera livida, ma non disperata. Su questo sfondo si attiva il fiuto del protagonista, un investigatore che per risolvere i misteri conta sulla conoscenza degli uomini più che sulle tecnologie.

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 Quella di Sanzone, dunque, è  una storia inventata in una Scampia concreta, che si anima e prende forma man mano che le pagine scorrono.

«Per il quartiere è un buon momento – dice l’autore -  Da anni è in corso la riqualificazione, che è passata anche dalla demolizione delle Vele, dall’apertura della metropolitana e dalla creazione di una piazza che è un luogo di incontro e non di spaccio. Però la camorra e il commercio della droga ci sono ancora e ci saranno sempre se non si crea lavoro. Solo proponendo occasioni per un impegno onesto si può dare a chi vive ai margini dell’impero criminale una reale possibilità di scelta». 

L’appuntamento è al prossimo romanzo: come si annuncia già in copertina quella di “Madre dolore, è solo la prima delle indagini del commissario Del Gaudio che Sanzone vuole raccontare.

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