Premio Malaparte a Benjamin Labatut: domenica la cerimonia a Capri

Un altro cileno vincitore 25 anni dopo la Allende

Benjamin Labatut
Benjamin Labatut
di Ugo Cundari
Venerdì 22 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:01
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Scrittore irregolare, atipico e impossibile da incasellare in un genere, come il suo connazionale Roberto Bolaño, il cileno (naturalizzato) Benjamin Labatut riceverà domenica 1° alle 11 alla certosa di san Giacomo a Capri il premio Malaparte. Poi terrà un discorso sui sogni folli della ragione in cui approfondirà alcuni dei temi già accennati nel suo best seller Quando abbiamo smesso di capire il mondo (Adelphi), dove spazia dalla nascita fortuita del colore blu di Prussia alla scoperta, non perseguita, del cianuro, fino all'intuizione di un giovane Heisenberg che durante la sua tormentosa convalescenza a Helgoland arriva alla conclusione che probabilmente il traguardo di ogni ricerca scientifica è solo uno, smettere di capire il mondo come lo si è capito fino a quel momento e avventurarsi verso una forma di comprensione assolutamente nuova. 

Labatut accennerà anche ad alcuni dei temi che affronta nel saggio di prossima pubblicazione, sempre per Adelphi, Maniac (traduzione di Norman Gobetti), che era il nome di un calcolatore universale, concepito alla fine della seconda guerra mondiale da John von Neumann, che doveva, nelle intenzioni del suo creatore, «afferrare la scienza alla gola scatenando un potere di calcolo illimitato».

Anche in questo caso Labatut è in grado di muoversi con passo deciso in un campo per niente facile, al confine tra letteratura e divulgazione scientifica, con la sua tipica prosa che unisce scrittura analitica e lirica.

«Dopo 25 anni, il premio internazionale Malaparte fa ritorno in Cile. Era il 1998 quando è stato assegnato ad Isabel Allende, e adesso tocca a Labatut che ha il grande merito di essere uno scrittore diverso, un autore giovane che non ha scritto molto ma quello che ha scritto ha un tasso di originalità fuori del comune. Il suo interesse è per le vite di matematici e fisici dalle personalità borderline. C'è chi sparisce, chi impazzisce. Sono personaggi diversi tra loro ma tutti turbati perché le loro ricerche li portano in campi imponderabili. E oggi il mondo si chiede dove possiamo mai arrivare con una scienza così poco controllabile», dice Andrea Kerbaker, responsabile organizzativo del premio, che sottolinea: «Quando va a letto, prima di prendere sonno, Labatut legge Einstein o Heisenberg».

Il giorno prima della premiazione, alle 17, l'autore, che per scrivere i suoi libri alterna l'inglese allo spagnolo, discuterà nella sala Pollio del centro polifunzionale in via Sella Orta con Guido Tonelli, uno dei massimi fisici del Cern di Ginevra, autore di diversi testi di divulgazione scientifica pubblicati da Feltrinelli. I due dibatteranno intorno alle difficoltà di fare divulgazione scientifica e alle opportunità che offre la narrativa per rendere meno ostici concetti che dovrebbero essere di pubblico dominio. Poi, il 2 ottobre, sarà a Napoli, Palazzo Reale, per un'anteprima del «Campania libri festival» al via il 5 con la consegna del Premio Serao a Melania Mazzucco. 

«La scelta di quest'anno la ritengo particolarmente felice per motivi anagrafici, geografici e tematici. Con i suoi 43 anni, Labatut è un autore della nuova generazione, uno dei più giovani da quando il premio è stato istituito. La sua provenienza dal Sud America conferma la vocazione del riconoscimento a guardare oltre gli abituali steccati della narrativa che di solito frequentiamo come lettori. E anche i temi prevalentemente scientifici di cui si occupa sono molto più originali rispetto a quanto siamo abituati a leggere», dice Gabriella Buontempo, curatrice del premio nella cui giuria figurano Leonardo Colombati, Giordano Bruno Guerri, Giuseppe Merlino, Silvio Perrella, Emanuele Trevi e Marina Valens. 

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