Milano, cinque artisti campani alla mostra d’arte sull’iconografia dell’albero

Milano, cinque artisti campani alla mostra d’arte sull’iconografia dell’albero
di Ciro Manzolillo
Lunedì 23 Settembre 2019, 19:54
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Mostra e volume a cura di Francesca Bianucci e Chiara Cinelli per la mostra collettiva d’arte dedicata al mito dell’Albero, allestita in Regione Lombardia nel gioiello milanese di Giò Ponti, il Pirellone.

Portatore di un vasto patrimonio di cultura, tradizione, identità e memoria, l’Albero è un simbolo universale da sempre oggetto di rappresentazione artistica che ancora oggi costituisce un terreno fertile per l’esperienza estetica contemporanea. L’Albero è il tema prescelto per questa mostra collettiva che, grazie alle potenzialità espressive del linguaggio artistico e alla sua connaturata trasversalità, intende veicolare in chiave estetica e simbolica alcuni messaggi di primaria importanza che riguardano il benessere della persona e della società e che costituiscono il cuore del progetto Family Health, da cui questo percorso espositivo trae ispirazione: sensibilizzare le persone sull’importanza della conoscenza della storia clinica personale e familiare, al fine di attuare un percorso di prevenzione mirata ed efficace, a tutela della propria salute e di quella della propria famiglia. Un simbolo, l’Albero, che attraversa tutti i tempi e le civiltà e un linguaggio, quello dell’Arte, che ne assume il portato simbolico e lo traduce in segni, figure, colori e astrazioni, accendendo nell’osservatore sentimenti e pensieri capaci di alimentare una riflessione inedita su tematiche che più di altre richiamano l’orizzonte concettuale e culturale in cui il progetto Family Health si inscrive. In primo luogo la famiglia e i temi della memoria e delle radici ad essa correlati; e poi la vita come processo ciclico di nascita, crescita e trasformazione, in un percorso di continuità che lega fra loro le generazioni e che trae forza, stabilità e salute dalla robustezza delle radici. Infine, allargando il campo di osservazione, questa mostra si propone come uno stimolo a guardare oltre le categorie, a superare gli steccati che spesso frammentano il sapere in tante scatole non comunicanti e a stimolare un confronto sul ruolo dell’Arte come prezioso alleato della Salute, laddove il concetto di Salute non si definisce solo in relazione agli aspetti fisici e materiali della persona ma anche emotivi, psicologici e sociali. Si tratta, in definitiva, di portare al centro del dibattito la dimensione umana nella sua interezza, ponendo l’Uomo al centro, con le sue aspirazioni che investono un ambito più esteso dei soli “bisogni” primari e materiali, abbracciando quelle istanze immateriali che determinano l’agire umano in ogni ambito dell’esistenza. L’Arte e la Bellezza esercitano un ruolo fondamentale nel favorire il soddisfacimento di queste aspirazioni, contribuendo così al benessere della persona. E di questa tensione che muove l’essere umano, l’Albero, quale ideale elemento di congiunzione tra la Terra e il Cielo, è forse l’immagine più emblematica. Sulla traccia del tema proposto, le 35 opere protagoniste di questo percorso espositivo compongono, nel loro insieme, una narrazione armonica carica di suggestioni visive e rimandi culturali capace di offrire all’osservatore una materia ricca di stimoli. Pittura, scultura, fotografia, collage, arte tessile, grafica, arte frattale, installazione: sono molte le forme d’arte rappresentate in mostra, al cui interno si intersecano poetiche eterogenee e stili variegati che spaziano dal figurativo al concettuale, passando attraverso l’iperrealismo, il simbolismo, l’astrattismo e il pop. Ad arricchire il percorso, l’uso di una pluralità di materiali, fra cui la ceramica, il tessuto, la carta, il cartone, il rame, l’oro, l’argento, il vetro, la terracotta, il metallo e il legno.

Ecco l’impegno dei cinque artisti campani: il puzzle enigmatico “Alberomachìa” di Claudio Caserta, critico e storico dell’arte, scrittore visuale e artista concettuale, è un invito a completare l’opera con il proprio pensiero e la propria emozione, partecipando, in qualche modo, alla sua creazione, un gioco appunto “enigmatico”. Da archeologo del contemporaneo, cifra artistica dell’autore anche archeologo, l’operativo misterioso incentra la minore accessibilità dell’immagine quale stimolo all’osservatore ad aprirsi a nuove strade di conoscenza, interrogando il concetto stesso di arte come linguaggio: un incontro tra l’artista che propone la sua visione e lo spettatore che è chiamato a decodificarne il messaggio, attraverso il filtro della propria sensibilità. Un acceso rosso lacca esalta l’energia materica della scultura-albero di terracotta creata da Lello Esposito, “artista di culto” per il suo modo di dare nuova vita agli archetipi e ai simboli della napoletanità. La scultura di Lucio Liguori, esponente dell’arte ceramica vietrese, raffigurante un albero stilizzato dalla forma sinuosa e avvolgente, prende vita dalla terra per culminare in un radioso volto umano. Lavori pervaso da un sentimento di speranza che ritroviamo nelle sculture di altri due protagonisti della tradizione ceramica vietrese: Domenico Liguori che modella un vaso in terracotta come un ventre materno e dà alla luce un ramo d’albero fiorito in un perfetto equilibrio di insieme, e Pasquale Liguori autore di un unico albero vigoroso, frutto dell’esuberante estro creativo che svetta sulla sommità di un coloratissimo vaso-mondo, incarnando così un messaggio di denuncia e, insieme, di speranza. Il bisogno di una ricerca spirituale alta, quasi sacra, trova piena espressione in quelle opere in cui il racconto è affidato all’uso di simboli archetipici senza tempo, patrimonio di una cultura comune a tutti popoli. Come nell’opera di Mario Campanile che dà vita a un racconto simbolico minuzioso, intessuto come un antico arazzo, con una fitta trama di figure e segni racchiusi in cerchi colorati.
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