Zorro ora è donna: debutta in una fiction tv l'aspirante erede dello spadaccino mascherato

Zorro ora è donna: debutta in una fiction tv l'aspirante erede dello spadaccino mascherato
Zorro ora è donna: debutta in una fiction tv l'aspirante erede dello spadaccino mascherato
di Elena Marisol Brandolini
Sabato 30 Gennaio 2021, 11:58 - Ultimo agg. 31 Gennaio, 11:37
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Il prossimo Zorro del secolo ventuno non sarà più solamente l'eroe mascherato che solitario affronta criminali e corrotti per difendere gli oppressi della Los Angeles di inizio ottocento. Sarà ancora tutto questo, ma dovrà farlo confrontandosi anche con una giovane india di nome Nah-lin che, con la sua forza e preparazione, gli contenderà la maschera e perciò il ruolo. Questo è quanto ha da poco annunciato il Gruppo Secuoya, una società di comunicazione con sede a Madrid che si dedica alla produzione e creazione audiovisiva in lingua spagnola. Tanto che, come spiega il presidente Raúl Berdonés, hanno individuato uno spazio apposito, in collaborazione con altri soggetti esterni, per l'elaborazione di contenuti audiovisivi: Secuoya Studios, indipendente e guidato da James Costos, ex-ambasciatore degli Stati Uniti in Spagna tra il 2014 e il 2017, ai tempi della presidenza di Obama ed ex-dirigente della piattaforma digitale HBO.


Un progetto costruito con l'ambizione di arrivare ai 600 milioni di persone di lingua spagnola nel mondo, con uffici in vari paesi del Sudamerica, in Messico, Los Ángeles e Miami e un obiettivo di fatturazione di 125 milioni di euro l'anno, attraverso trentacinque produzioni annuali. E, tra i progetti per l'immediato futuro, c'è la riproposizione del personaggio di Zorro, creato nel 1919 da Johnston McCulley, proprietà di John Gertz, di cui sono stati acquistati i diritti, in una serie televisiva diretta da Javier Ruiz Caldera, su sceneggiatura di Carlos Portela.


LA SCENEGGIATURA
Come ci spiega David Martínez, direttore della fiction di Secuoya Studios: «Stiamo lavorando alla sceneggiatura da oltre un anno, abbiamo già sottoposto il progetto a varie piattaforme digitali. Riprenderemo la storia di Zorro com'è nell'originale, Zorro perciò è Diego de la Vega. Ma non volevamo fare una fiction al maschile come un tempo, nella nostra serie c'è una componente femminile molto importante. Una sorta di co-protagonismo di Diego de la Vega con altre due donne, in particolare con una che è quella che era stata destinata a essere Zorro: una donna indigena».


«Ambientiamo la serie nel 1834 continua il dirigente di Secuoya - quando in California c'erano messicani, francesi, nord-americani, russi. Era un'epoca molto convulsa, con una grande tensione geo-politica.

E c'erano gli indiani indigeni, ce n'erano nelle missioni, già cristianizzati e in una situazione di semi-schiavitù e poi c'erano gli indiani che vivevano nei loro territori come i Sioux».


Zorro rappresenta lo spirito di un popolo, ne è una sorta di salvatore, continua Martínez. «Zorro veniva da un'antica tradizione indiana, perciò era un'indiana quella che avrebbe dovuto essere chiamata ad assumerne il ruolo. Nel primo capitolo della serie il capo della tribù indiana cerca di convincere Nah-lin, dicendole: Questi sono tempi molto convulsi e per questo gli dei hanno eletto il nuovo Zorro che è un meticcio, ossia un altro diverso da lei. Ma Nah-lin rimane con questo risentimento e diventa un'antagonista di Zorro».


Nah-lin è convinta di essere l'erede perché Zorro è l'essenza del popolo, spiega Martínez: «Lo spirito di Zorro è quello che lo rende contemporaneo, la maschera rappresenta la necessità di restituzione della giustizia al popolo, non è una persona. Lei si scontra con lui ed è una paladina del suo popolo. E in più lei è meglio di lui. Lui è un eletto suo malgrado, un eroe in costruzione, ma lei ha già tutto dentro. Nah-lin si scontra con Zorro perché crede di dover essere lei Zorro e anche se occasionalmente possono ritrovarsi insieme, dalla stessa parte, i due personaggi manterranno l'ostilità reciproca e anche una certa tensione sessuale».


EMPATIA
Il capo della fiction di Secuoya insiste sul valore della scelta fatta: «Oggi nella fiction noi vogliamo trovare personaggi con cui empatizzare, L'adattamento di un romanzo si cerca di farlo in chiave contemporanea. Nel 2021 non è possibile fare una serie per uomini fatta di uomini». E sul confronto con altri precedenti adattamenti, dalla serie televisiva della fine degli anni cinquanta della Disney al film di Martyin Campbell con Antonio Banderas e Catherine Zeta Jones del 1998, dice: «La serie della Disney è molto ingenua. Il film di Banderas ha ancora qualcosa di antico. È vero che quello femminile nel film è un personaggio forte che compete con Zorro, ma non in modo sufficiente. Noi facciamo un passo in più».

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