Maximall tra Torre Annunziata e Pompei, via il velo al futuro tempio dello shopping

Maximall tra Torre Annunziata e Pompei, via il velo al futuro tempio dello shopping
di Raffaele Perrotta
Mercoledì 22 Gennaio 2020, 14:00
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Punta a diventare l'alter ego del vicino parco archeologico più famoso al mondo, offrendo svago, divertimento e relax anche agli oltre 3 milioni di turisti che varcano i cancelli dell'antica Pompei. Proprio da quest'ultima città prenderà il nome, pur nascendo al confine, sul territorio di Torre Annunziata. Sarà presentato questa mattina il progetto definitivo del Maximall Pompeii, uno dei centri commerciali più grandi del Mezzogiorno d'Italia, che si estenderà su una superficie complessiva di quasi 200mila metri quadrati. Il lancio ufficiale dei rendering del futuro shopping centre si terrà stamattina, alle 10 a Villa Guarracino: parteciperanno i fratelli Corrado e Paolo Negri, amministratori della IrgenRe, la società privata proprietaria del complesso, il sindaco Vincenzo Ascione e il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Si tratta di un'operazione complessiva di riqualificazione e rigenerazione urbana di un pezzo importante del territorio oplontino, quello della ex fabbrica Tecnotubi-Vega, chiusa da un trentennio, nei cui capannoni si producevano tubi di amianto.

Una riconversione industriale avviata a metà degli anni 90, lanciata allora con il contratto d'area torrese-stabiese con la società a partecipazione pubblico-privata Tess. Nel corso dei decenni si sono accumulati progetti su progetti, alcuni avveniristici, come il primo che avrebbe voluto, a pochi passi dall'ingresso di Villa dei Misteri, un museo virtuale capace di ricreare le situazioni di vita nelle antiche zone vesuviane prima dell'eruzione del vulcano. Un'idea che il governo avrebbe cofinanziato con 70 miliardi di vecchie lire, ma di cui non si è mai fatto nulla, almeno a Torre, visto che qualcosa di simile è sorto nella vicina Ercolano, a pochi passi dall'ingresso degli scavi e della Villa dei Papiri. Con l'avvento del nuovo millennio e la possibilità sfumata di quel primo progetto, per l'area della vecchia fabbrica era stata pensata una nuova destinazione molto più vicina a quella attuale: Pompei 2000. Ma anche questo progetto è incappato nel pantano della burocrazia, tra ritardi di varianti urbanistiche e mancate autorizzazioni paesaggistiche da parte della Soprintendenza. Il complesso degli edifici, che copriranno solo un terzo dell'intera area, secondo i dati diffusi dal sito ufficiale dell'azienda, ospiteranno la parte dedicata alle firme con 130 negozi, altri 30 dedicati alla ristorazione, un hotel da 135 camere, in partnership con la multinazionale americana Marriott Bonvoy che gestisce strutture ricettive in tutto il mondo. Quindi un auditorium con un cinema da 8 sale e 1100 posti, un teatro e una sala conferenze. All'esterno, invece, sarà costruita una piazza, saranno destinate aree verdi e una zona parcheggio per 5 mila auto e 30 bus. Sarà modificata la viabilità cittadina e sarà dedicata un'uscita dell'autostrada A3 Napoli-Salerno. Il progetto porta la firma dello studio di architettura Design International che nel portfolio annovera creazioni da Shanghai ad Abu Dhabi, da Dubai all'Arabia Saudita. In Italia ha ideato, tra gli altri, il Centro ad Arese, il Gran Reno a Bologna e, per restare nei confini regionali, il Campania di Marcianise e la Cartiera di Pompei.
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