Mercatone Uno chiude: senza lavoro in 1.800, fuori anche i 60 addetti di Arzano

Mercatone Uno chiude: senza lavoro in 1.800, fuori anche i 60 addetti di Arzano
di Mariagiovanna Capone
Domenica 26 Maggio 2019, 11:00 - Ultimo agg. 13:00
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Sigilli e paratie di legno per vietare l'ingresso nei 55 punti vendita Mercatone Uno. In una parola: licenziati. Sono oltre 1.800 gli impiegati di Shernon Holdig, società che aveva acquisito Mercatone Uno, 60 soltanto nella sede di Arzano, che ieri mattina hanno saputo di non avere più un posto di lavoro. Alcuni in Emilia già erano stati informati a notte fonda da un messaggio WhatsApp, altri da Facebook, ma i colleghi napoletani non sapevano ancora nulla e si sono recati nella sede di via Atellana, sulla Circumvallazione esterna, scoprendo così di non avere più un posto di lavoro. La sera precedente, il tribunale di Milano aveva dichiarato il fallimento della società, mettendo fine a una vicenda complessa che va avanti da oltre sette anni, anche se a dicembre scorso sembrava che le nuvole nere fossero finalmente svanite. In prima linea i sindacati Filcams Cgil, Fisascat e Uiltucs di Reggio Emilia (cuore dell'azienda) che chiedono «chiarezza sulla vicenda in quanto tutto quello successo negli ultimi 8 mesi con la gestione Shernon risulta inspiegabile». Più pesanti le dichiarazioni di Gaetano Panico, segretario generale Ugl Campania, che tra le sue fila ha «la totalità dei dipendenti di Arzano» e definisce l'epilogo della vicenda societaria «la terza truffa». Il ministero dello Sviluppo economico, intanto, ha anticipato l'incontro sulla Shernon a lunedì alle 15.30 annunciandolo sui social tramite la pagina ufficiale del ministro Luigi Di Maio.
 
Sono gli anni Settanta quando Romano Cenni fonda la Siel (Società Italiana Elettronica) coi cui vendeva elettrodomestici che solo in una fase successiva amplia l'offerta ai mobili e diventa Mercatone Uno. Il boom avviene nel decennio successivo, con 90 di punti vendita in tutta Italia. Nel 2010 il gruppo fattura oltre 800 milioni di euro, poi però arriva la crisi economica globale che la colpisce duramente al punto da raggiungere 450 milioni di euro di debiti, e nel 2015 fa domanda al Tribunale di Bologna di Concordato preventivo. «Il ministero nomina tre commissari straordinari e pubblica due bando di vendita dietro l'altro entrambi senza offerte» racconta Panico. «Solo un anno fa si è trovato un accordo di vendita alla società Shernon Holding guidata da Valdero Rigoni, che vede sostanzialmente alla guida due soci: uno polacco e l'altro turco». Ma dopo sei mesi il socio polacco si ritira. «La situazione inizia a puzzare ma Rigoni va avanti». Per Arzano parla di 300 nuovi posti di lavoro entro il 2022. «Un mese fa però la multinazionale presenta domanda di ammissione al concordato preventivo in continuità, garantendo la tenuta occupazionale fino al 30 maggio, giorno in cui al MiSe si doveva studiare un piano di salvataggio». Ma nel frattempo il Tribunale di Milano prosegue il suo lavoro e dichiara fallimento registrando la sentenza ieri sera.

«Anche se non abbiamo iscritti nella sede di Arzano, siamo vicini ai lavoratori. Questa è una perdita enorme per Napoli e la Campania» dichiara Luana Di Tuoro, segretario generale della Filcams Cgil Campania. «Non parliamo solo di perdita di lavoro per i 60 dipendenti di Mercatone Uno ma anche di tutta la filiera: vigilanza, ditta di pulizie, e così via». Danni anche alla clientela, che ha versato acconti per l'acquisto di merce da ritirare da oggi in poi. «Fin dalla vendita dell'anno scorso la vicenda era poco trasparente» sentenzia Panico. «Ma che si arrivasse al fallimento prima ancora di pianificare un piano di salvataggio per questi lavoratori, non ce lo aspettavamo. Giovedì avevamo l'incontro al MiSe, e Di Maio, in campagna elettorale, lo anticipa a lunedì. Chiederemo ammortizzatori sociali, per studiare meglio strategie possibili per salvaguardare queste famiglie napoletane, con dipendenti tra 25 e 45 anni». In Campania per Ugl è allarme rosso, con la questione della vendita di Auchan alla Conad «ancora tutta da capire».
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