Assegno unico, due mesi in più per correggere l’Isee (ed evitare il taglio in caso di errori)

L’Inps aspetterà fino a novembre prima di tagliare il beneficio alle famiglie che hanno presentato dichiarazioni con errori

Assegno universale, due mesi in più per correggere l’Isee (ed evitare il taglio)
Assegno universale, due mesi in più per correggere l’Isee (ed evitare il taglio)
di Michele Di Branco
Giovedì 10 Agosto 2023, 00:06 - Ultimo agg. 07:58
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Più tempo per correggere l’Isee ed evitare così di subire un taglio dell’assegno unico per i figli. L’Inps scrive alle famiglie titolari del beneficio invitandole a regolarizzare la propria posizione entro il prossimo 31 dicembre. Non solo: l’Istituto, si legge in una nota diffusa ieri, «ha inteso comunicare che la rideterminazione delle rate dell’assegno con importo al minimo - analogamente a quanto accade in assenza di Isee - viene posticipata alla mensilità del prossimo novembre, garantendo così alle famiglie coinvolte un lasso di tempo maggiore per la regolarizzazione dell’Isee, tenendo conto anche delle possibili difficoltà connesse al periodo estivo». Come a dire che, in ogni caso, il taglio dell’assegno legato a un Isee non conforme sarà limitato nel tempo. E non partirà da settembre, come era previsto in precedenza. 

Le istanze Isee errate

Sono 66 mila le istanze Isee errate, secondo i calcoli Inps: un problema che riguarderebbe dunque appena l’1 per cento dei 6,2 milioni di beneficiari.

Il problema degli Isee non conformi e dei conseguenti problemi di decurtazione degli assegni era stato segnalato dal Messaggero alcuni giorni fa. L’errore, o meglio la difformità, può venir fuori per vari motivi: un conto corrente magari cointestato con un parente e nel frattempo dimenticato, un investimento già chiuso ma ancora risultante, un dato sbagliato da parte del datore di lavoro o del centro di assistenza fiscale (Caf). Il risultato è che alla fine i valori dell’indicatore di situazione economica equivalente (Isee) non coincidono con quelli che il cittadino aveva presentato con la propria dichiarazione sostitutiva unica (Dsu).

Le prestazioni

L’Isee, come è noto, serve per l’erogazione di una serie di prestazioni sociali: nel caso dell’Assegno unico e universale (Auu) destinato alle famiglie finora veniva riconosciuto l’importo spettante anche in presenza di una di queste anomalie. Da novembre, dunque, non sarà più così. L’Inps ha infatti comunicato alle famiglie che in caso di «indicatore difforme» sarà riconosciuto solo la somma minima prevista, quella che va a chi ha l’Isee maggiore di 43 mila euro oppure non lo presenta affatto: 54 euro al mese per ogni figlio minorenne, 27 per quelli tra i 18 e i 21 anni che risulti studente o disoccupato (importi diversi sono previsti in caso di disabilità). Attualmente invece viene corrisposta una somma variabile in base proprio all’indicatore che per i figli minorenni può arrivare a 189 euro mensili. Chi viene raggiunto da una comunicazione di difformità dovrà attivarsi presentando una nuova Dsu senza anomalie, oppure chiedendo al Caf di rettificare la dichiarazione (se l’errore dipende dall’intermediario) o ancora presentando allo stesso Inps la documentazione che attesta la correttezza dei propri dati. La regolarizzazione può avvenire entro il termine di validità della stessa Dsu, ovvero, come ricordato, il 31 dicembre dell’anno di presentazione. Se le correzioni andranno a buon fine - viene precisato - le famiglie si vedranno riconoscere il livello di assegno corretto, con gli eventuali arretrati. 

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