Una detrazione dal 50 al 75% per ristrutturare il proprio bagno. È quanto previsto da due diversi bonus per i quali è stata prorogata la durata anche per il 2024. Si tratta del bonus barriere architettoniche, che si applica per i lavori che migliorano l'accessibilità del bagno per le persone con disabilità motoria, e del bonus ristrutturazione, che riguarda invece gli interventi di manutenzione straordinaria per gli edifici residenziali. Ecco le differenze e i requisiti richiesti.
Bonus barriere architettoniche
L'agevolazione per rimuovere barriere architettoniche permette di detrarre fino al 75% delle spese sostenute per ristrutturare il prorprio bagno.
Ci sono però alcuni requisiti da rispettare: trattandosi di uno "sconto" per la rimozione delle barriere architettoniche, il bonus è rivolto a interventi che migliorano l'accessibilità della stanza in questione. Interventi come l'installazione di un montascale, l'allargamento delle porte, oppure l'acquisto di nuovi sanitari adatti per persone con disabilità.
Il bonus resterà in vigore per tutti gli interventi eseguiti fino al 31 dicembre 2025. Il tetto massimo che può essere coperto è di 50 mila euro, se i lavori avvengono in un condominio o in una villetta unifamiliare. Il credito d'imposta può essere diviso in cinque anni (e in questo caso lo sconto avviene tramite rimborsi Irpef), oppure può essere maturato subito con uno sconto in fattura o con la cessione del credito: in questo caso, lo sconto passa all'azienda che fa i lavori o alla banca o assicurazione che lo acquista.
Bonus ristrutturazioni
Con il bonus ristrutturazioni, invece, si possono compensare fino al 50% delle spese per rinnovare il bagno, ma solo per gli interventi di manutenzione straordinaria e per gli edifici residenziali. Lo sconto, in questo caso, è valido per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2024. Ma si applica soltanto ai lavori che possono essere considerati una ristrutturazione: dunque, non a operazioni di manutenzione ordinaria, come la sostituzione di sanitari, rubinetti o infissi. In questo caso, il tetto di spesa è più alto: fino a 96 mila euro. Ma come detto è applicabile soltanto per edifici residenziali (dunque non per studi professionali o locali commerciali).
Per richiedere lo sconto, infine, è obbligatorio effettuare pagamenti tramite "bonifico parlante" che indichi la partita Iva dell'azienda che ha eseguito la ristrutturazione. Bisogna inoltre richiedere al comune di residenza la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) e disporre della dichiarazione dei redditi annuale insieme ai dati catastali dell’immobile.