Bollette, Pichetto Fratin: «Pronti a prolungare il bonus, impegnati a contenere i costi»

Il ministro: «Nuovi rigassificatori, trivelle e risparmi ci aspettiamo un inverno più sereno»

Bollette, Pichetto Fratin: «Pronti a prolungare il bonus, impegnati a contenere i costi»
di Umberto Mancini
Venerdì 18 Agosto 2023, 00:41 - Ultimo agg. 06:39
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«Abbiamo ormai praticamente azzerato la dipendenza dalla Russia, raggiunto il 90% degli stoccaggi e oltre a Piombino il prossimo anno avremo un altro rigassificatore a Ravenna. Senza parlare del Piano Mattei che prenderà forma in autunno e che consentirà all’Italia di diventare l’hub energetico del Mediterraneo». Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, è ottimista.

Prevede un inverno più tranquillo grazie alla diversificazioni delle fonti energetiche e assicura che se fosse necessario ci saranno ancora i sostegni per le famiglie, i bonus per le bollette che sono in scadenza a settembre. Si tratta - dice - di uno «sforzo economico imponente che porteremo avanti». Non entra invece nella polemica sul prezzo della benzina che, ribadisce, è competenza del ministro Urso, ma al Messaggero anticipa che si tornerà a puntare sui giacimenti di gas nell’Adratico.

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Come è cambiata la situazione sul fronte energia nell’ultimo anno?
«Nelle ultime settimane la quotazione del gas naturale alla borsa di Amsterdam si è attestata intorno ai 30 euro/Mwh, la scorsa estate ha superato i 350 euro. Appena il Governo si è formato ha dovuto fare i conti con quel prezzo, altissimo, per riempire i nostri giacimenti. Quest’anno, le riserve di gas hanno superato già in questi giorni il 90% delle capacità di riempimento dei nostri stoccaggi. Un traguardo raggiunto con due mesi di anticipo rispetto al 2022». 


Questo vuol dire che ci aspetta un inverno più tranquillo?
«Sicuramente possiamo guardare al prossimo inverno con maggiore serenità rispetto allo scorso anno. Il merito va molto ricondotto alla politica di diversificazione che ha messo in campo il Governo italiano.

Sino allo scorso anno il metano russo che arrivava in Europa attraverso i gasdotti rappresentava il 40% circa dei consumi della Ue: oggi, relativamente all’Italia, possiamo parlare di dipendenza quasi azzerata».


In cosa consiste la diversificazione di cui parla?
«Aver consentito all’Italia di garantire la propria sicurezza energetica sottraendosi all’influenza prevalente di un solo fornitore. In questo momento abbiamo un mix energetico molto ampio. Per quel che concerne il gas riceviamo “via tubo” da più aree del mondo. Abbiamo inoltre aumentato la quota garantita dai rigassificatori, aggiungendo quello di Piombino. Nel 2024 sarà pronto il rigassificatore di Ravenna e stiamo programmando l’entrata in funzione o la costruzione di nuovi impianti. Abbiamo aumentato infine la produzione di energia green con l’obiettivo di arrivare, entro il 2030, ad avere i due terzi della nostra energia da fonti rinnovabili».


Nel frattempo?
«Si cambia marcia, si progetta e si realizza. Due concetti, due visioni che sono spesso mancate in Italia. Molta parte delle conseguenze sul territorio dei violenti fenomeni atmosferici che abbiamo registrato negli ultimi tempi sono dovuti a una scarsa cura del territorio, che negli anni si è accumulata perché le opere, piccole e grandi, sono rimaste ferme. La colpa è del nostro sistema, spesso eccessivamente burocratico e farraginoso, ma c’è molta responsabilità di un ambientalismo di facciata, che ha tenuto imbrigliata l’Italia per anni».


Via libera anche alle trivelle sul mar Adriatico?
«Innanzitutto parlerei di giacimenti di gas italiano, perché non ci sono soltanto gli impianti previsti lungo la costa Adriatica. A volerci soffermare sull’Adriatico, sarebbe bene forse ricordare che gli stessi giacimenti continuavano a essere sfruttati da altri paesi come ad esempio la Croazia».


E quindi si aggiungeva al danno la beffa?
«Esattamente. Stare fermi sarebbe stato sbagliato due volte. Nella decisione del Governo di riprendere a estrarre gas italiano c’è anche l’impegno, per le aziende che si sono dichiarate interessate, ad anticipare a molti settori della nostra industria gas a prezzi calmierati. Si tratta delle filiere che spesso rappresentano l’eccellenza italiana nel mondo: dalla carta alla ceramica, dalla chimica al vetro e all’acciaio».


Nessun rischio per i territori?
«I potenziali rischi sono stati valutati. Terremo in considerazione ogni ulteriore elemento che ci sarà fornito dagli studiosi e dai rappresentati del territorio».


Ma il Piano Mattei quando vedrà la luce?
«Giorgia Meloni ha confermato che in autunno ci saranno nuove iniziative. Stiamo tutti lavorando perché sia uno strumento, come lo ha definito il Presidente del Consiglio, di cooperazione non predatoria, da pari a pari. Questo ci consentirà di fare dell’Italia l’hub energetico del Mediterraneo ma anche il fulcro di una serie di politiche e azioni comunitarie volte a rafforzare anche economicamente i paesi coinvolti, aiutarli a utilizzare al meglio le loro potenzialità e quindi a gestire in partenza anche i flussi migratori verso l’Europa».


Le bollette scenderanno nei prossimi mesi? 
«Da quanto ci dice Arera, l’Autorità di Regolazione, il costo dell’energia elettrica per famiglia resterà sostanzialmente invariato. Da quando si è formato, lo scorso ottobre, il Governo ha predisposto una serie di bonus sociali volti a contenere l’aumento delle bollette dell’energia e del gas. Uno sforzo economico imponente, che porteremo avanti».


Una buona mano arriverà dalle comunità energetiche?
«Puntiamo moltissimo sia sulle politiche di risparmio energetico che sulle azioni pensate per incentivare l’autoproduzione di energia elettrica. Le Comunità Energetiche a tal fine sono fondamentali. Aspettiamo da settimane di riavere il decreto dall’Europa, anche perché l’interesse che si è creato tra le famiglie e le imprese italiane su questo tema è altissimo».


E nell’attesa?
«È solo di pochi giorni fa, l’istituzione di un Fondo nazionale per il reddito energetico destinato alla realizzazione di impianti fotovoltaici in assetto di autoconsumo. L’obiettivo è consentire l’accesso agevolato all’energia rinnovabile per persone che appartengono a nuclei familiari con Isee inferiore ai quindicimila euro o a trentamila, avendo almeno quattro figli a carico. Con questo provvedimento perseguiamo un doppio fine: quello sociale di sostegno alle fasce più deboli e, allo stesso tempo, quello ambientale, perché promuoviamo l’utilizzo di energia rinnovabile».
 

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