Giovani e Sud, fondi europei
per evitare la fuga dei cervelli

L'Università di Napoli Federico II
L'Università di Napoli Federico II
di Sergio Governale
Sabato 7 Novembre 2020, 15:22 - Ultimo agg. 9 Novembre, 15:29
3 Minuti di Lettura

Risorse comunitarie per evitare la tradizionale fuga di cervelli dal Sud verso il Nord Italia o l'estero. La Banca europea per gli investimenti, assieme al ministero dell'Università e della Ricerca, mette sul piatto 93 milioni di euro per finanziare gli studi dei giovani negli atenei meridionali. Il progetto si chiama Fondo Studiosì ed è stato introdotto per rispondere al fabbisogno di prestiti per l’accesso all'istruzione terziaria: lauree magistrali e a ciclo unico, master e scuole di specializzazione.


Il Fondo è rivolto a studenti o laureati residenti in Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia che intendono frequentare programmi universitari, master e altri percorsi d'istruzione e, novità assoluta, a studenti di tutte le altre regioni che intendono frequentare un ateneo o una scuola specialistica nel Mezzogiorno. E' bene precisare che lo strumento finanzia in parte anche quei giovani meridionali che intendono andare a studiare al Nord o all'estero, ma allo stesso tempo si pone l'obiettivo di invertire la fuga dei cervelli attraendo giovani di altre zone d'Italia nel Sud Italia. Un programma che arriva in un momento di grande incertezza per il nostro Paese a causa della crisi sanitaria da Covid-19, che sta modificando i classici equilibri di migrazione degli studenti.


I finanziamenti, che possono arrivare fino a un massimo di 50mila euro e senza garanzie personali o di terzi garanti, sono erogati tramite Intesa Sanpaolo e il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea.

Al centro del processo si pone Habacus, una start up che certifica la performance accademica degli studenti per l'ottenimento del prestito attraverso una piattaforma tecnologica che monitora l'andamento del percorso di studi del candidato.


"Questo prestito studentesco è erogabile al verificarsi di risultati accademici grazie al conseguimento dei crediti universitari. Questa partnership finanziaria pubblico-privata che utilizza per il processo una start up innovativa ha come scopo, tra gli altri, la riduzione dell'emigrazione di talenti dal Sud verso il Nord o l'estero", assicura il fondatore e amministratore delegato di Habacus Paolo Cuniberti.


Habacus per Intesa Sanpaolo ha già certificato migliaia di studenti che hanno potuto usufruire di Per Merito, un prestito a un tasso pari all'1,5% restituibile in trent'anni e a partire da due anni dall'erogazione, periodo ponte in cui si auspica che lo studente abbia trovato un lavoro. La restituzione fa parte di un fondo rotativo europeo, il Fund for Impact, e viene reinvestita nell'alta formazione. Unica condizione per ottenerlo è quella di essere in corso con gli esami. Non conta quindi la media scolastica e non serve alcun tipo di garanzia economica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA