Stellantis premia Pomigliano: è il top tra gli stabilimenti

Bonus anche per gli operai di Nola e Pratola Serra

Operati Stellantis al lavoro
Operati Stellantis al lavoro
Giovedì 23 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 07:03
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Il voto più alto tra tutti gli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis, è il suo. Il 7,5% che esalta l'efficienza dello stabilimento di Pomigliano d'Arco si traduce in un premio per ogni lavoratore che oscilla tra i 1.664 euro lordi della prima area professionale e i 2.192 della terza. Siamo ben oltre la media dei premi decisi dall'Azienda (6%) e dei premi erogati a tutti i siti del settore auto, compresi quelli di Nola e di Pratola Serra in Irpinia (si va da 1.331 euro lordi a 1.754). Pomigliano risulta alla pari con l'impianto di componentistica Verrone Transmission nei pressi di Torino che produce cambi. Ma il significato è di gran lunga più rilevante: è l'ulteriore conferma dell'altissimo livello di affidabilità raggiunto dal sito, voluto e difeso a spada tratta dal compianto Ad Sergio Marchionne e consolidatosi intorno alla Panda (oggi se ne produce una ogni 55 secondi). Oggi il Vico e già pronto a lanciare la nuova sfida ai mercati con il Suv Tonale (900 milioni di investimento), la sua nuova mission: l'ultimo nato in casa Alfa Romeo, che verrà esportato anche negli Usa, ha visto raddoppiare in queste settimane i turni di lavoro che dovrebbero saturare definitivamente la Cassa integrazione. Sulla sua scia, si sta realizzando a Pomigliano anche una Dodge Hornet destinata ai concessionari americani: una notizia che in chiave export amplia ulteriormente le potenzialità degli stabilimenti del Mezzogiorno, atteso che da Melfi attraversano l'Oceano decine di migliaia di Renegade ogni anno.

Complessivamente, Stellantis quest'anno distribuirà un ammontare record di oltre 2 miliardi di euro ai dipendenti di tutto il mondo, come riconoscimento del loro contributo ai risultati finanziari del 2022 e ai traguardi raggiunti dall'Azienda a livello globale e locale. Il bonus, che ammonta a un valore medio complessivo di 1.879 euro a testa, è legato alla retribuzione contrattuale di riferimento alla quale si applica il Contratto collettivo specifico di lavoro (Ccsl) scaduto il 31 dicembre scorso e in via di rinnovo, e ovviamente tiene conto delle performances dei singoli impianti. I dipendenti lo riceveranno in due tranche, a febbraio e aprile. Per i sindacati «i risultati di bilancio comunicati dal Gruppo Stellantis sono ottimi e attestano la bontà del contratto del 2019, tanto più che nessuno stabilimento è rimasto privo di premio», si legge in una nota congiunta di Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr. «È il risultato del sistema premiante da noi contrattato nell'ultimo Contratto Collettivo e del contributo lavorativo dato dai lavoratori Stellantis», sottolinea il segretario nazionale della Fim Cisl per il settore auto Ferdinando Uliano. Ma per Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom Cgil, questo non è sufficiente «a recuperare ciò che si è perso per effetto dell'inflazione.

Per questo abbiamo ribadito la richiesta di un'erogazione straordinaria di una mensilità e che sia riconosciuta la pienezza del premio per tutti i lavoratori di Stellantis».

È uno dei temi al centro del confronto per il rinnovo del contratto che sia pure con molta cautela sta procedendo ormai da 5 mesi. Di sicuro i buoni risultati finanziari del Gruppo Stellantis non cancellano le difficoltà del mercato auto, alle prese con un forte calo delle immatricolazioni che solo di recente sembra essere stato frenato, sia pure senza ipotizzare un recupero dei volumi ante-pandemia in tempi brevi. «È fondamentale per noi recuperare il potere d'acquisto dei salari fortemente colpiti dal caro inflazione e ultimare le parti normative legate al contratto e al sistema premiante», insiste Uliano che opportunamente ricorda come con il contratto scaduto a fine 2022 «gli incrementi economici erogati mediamente sono stati complessivamente 9.909 euro: 4.509 euro in paga base, 5.400 per i premi. Gli aumenti non piovono dal cielo, sono frutto dell'azione contrattuale!». 

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Naturalmente bisognerà fare i conti con l'addio dal 2035 alle vetture con motori tradizionali su cui gran parte della politica e imprese della componentistica fanno muro. Il tema non è stato evitato dal Ceo di Stellantis, Carlos Tavares: «Senza incentivi le auto elettriche sono ancora troppo costose per la classe media. La sfida è quanto velocemente si riuscirà a ridurre i costi per venderle anche senza» ha detto con molto realismo il manager consolandosi, comunque, con risultati a dir poco positivi. Il Gruppo ha chiuso il 2022 con ricavi netti pari a 179,6 miliardi di euro, in crescita del 18% rispetto al 2021 e con un utile netto pari a 16,8 miliardi di euro, in aumento del 26%. E' l'effetto della vendita di auto che costano di più e, come spiega il Gruppo, di prezzi netti favorevoli, di un migliore mix di modelli e dell'impatto positivo dei cambi di conversione. Non a caso, il risultato operativo ha un margine del 13%, migliore rispetto all'obiettivo di superare il 12% al 2030; tutti i segmenti contribuiscono alla crescita; e la situazione patrimoniale è solida, con una liquidità industriale disponibile di 61,3 miliardi di euro. 

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