Superbonus 90% ma solo per i redditi bassi e maxi-ristrutturazione degli edifici della Pa: via al nuovo Repower Ue

La revisione del Pnrr vale 21 miliardi. Aiuti all’Emilia-Romagna e transizione 5.0

Superbonus al 90%, ma solo per i redditi bassi e maxi-ristrutturazione degli edifici della Pa: via al nuovo Repower Ue
Superbonus al 90%, ma solo per i redditi bassi e maxi-ristrutturazione degli edifici della Pa: via al nuovo Repower Ue
di Giacomo Andreoli
Mercoledì 20 Settembre 2023, 22:06 - Ultimo agg. 21 Settembre, 15:26
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Oltre 3,5 miliardi per le maxi-ristrutturazioni degli edifici pubblici e 4 miliardi per un nuovo Superbonus al 90% per i redditi bassi (forse fino a 15mila euro). Ma anche 4 miliardi di incentivi per la «transizione green 5.0» e un miliardo di aiuti per le zone alluvionate in Emilia Romagna, Toscana e Marche. E ancora: più di 5 miliardi per la conversione ecologica, con nuove opere e impianti, eliminando i sussidi “inefficienti” ai combustibili fossili. L’ultima versione del nuovo capitolo del Pnrr, che attinge ai fondi del RepowerEu ed è sul tavolo della Commissione europea, vale in tutto 21,3 miliardi. 

Obiettivi e finanziamenti

Arriveranno finanziamenti dal Repower per 2,76 miliardi, oltre ai 15,9 miliardi derivati dalla rimodulazione del Pnrr (con gli obiettivi da spostare su altri programmi Ue perché ritenuti «irrealizzabili» entro il 2026). In campo anche fondi pubblici nazionali e 146 milioni aggiuntivi dall’Unione europea per il ricalcolo dell’impatto della pandemia sul Pil. Il governo, poi, non esclude di chiedere a Bruxelles nuovi prestiti.
Il nuovo ecobonus e il piano di ristrutturazione degli edifici della Pa potrebbero arrivare già con la legge di Bilancio, partendo nel 2024.

Il primo varrà probabilmente per famiglie a rischio di povertà energetica e giovani. Possibili tra i 15mila e i 20mila nuovi lavori di ristrutturazione e potrebbe tornare lo sconto in fattura. Ancora più cantieri per la Pa. È in arrivo un decreto della presidenza del Consiglio con i primi interventi. Saranno coinvolti: centri sportivi, di edilizia residenziale pubblica, luoghi culturali, ospedali, caserme, scuole, università, chiese e caserme. Si potrà intervenire anche sui grandi condomini nelle case popolari.

Gli investimenti

Previsti poi 13 investimenti «strategici» di cui si occuperà il ministero dell’Ambiente. Tra questi: il potenziamento del gasdotto Adriatico; la realizzazione di infrastrutture elettriche come il Tyrrhenian link tra Sardegna, Sicilia e penisola; la conversione delle raffinerie di petrolio per produrre biocarburanti; l’avvio della strategia sulle materie prime critiche, con 50 milioni per politiche di riuso ed estrazioni dalle miniere abbandonate. «Sul RepowerEu stiamo facendo un lavoro quotidiano con la Commissione europea» fa sapere il capo dipartimento unità di missione del Pnrr del Mase, Fabrizio Penna. «Le nostre proposte - aggiunge - sono sottoposte a un esame continuo e dettagliato su tempistica, costi e aiuti di Stato. Puntiamo a preservare l’ambizione del piano, così che sia aderente alle finalità per cui nasce e al contesto storico».

Gli incentivi

Saranno invece gestiti dal ministero delle Imprese i quasi 4 miliardi di incentivi alle filiere strategiche per tecnologie a zero emissioni inquinanti e per l’auto-produzione e auto-consumo di energia rinnovabile da parte delle imprese. Spazio infine alla creazione di un sistema unico di sostegni al Sud, come nuova Zona economica speciale (un miliardo), all’elettrificazione delle banchine dei porti (400 milioni) e a un piano per le competenze green dei dipendenti pubblici (750mila euro). Per Angelo Bonelli dei Verdi, però, il piano, vista la rimodulazione del Pnrr, «prevede tagli su periferie, rinnovabili, dissesto idrogeologico e recupero urbano, investendo invece su alcune fonti fossili, in contraddizione con le scelte Ue: con la crisi climatica bisogna liberarsene, anche perché sono responsabili del boom dei costi delle bollette».

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