Da un minimo di 100 euro a un massimo di circa 1.000 euro all’anno di risparmi, tra 920 e 970 per la precisione a seconda delle simulazioni. È l’ora delle proiezioni per quantificare l’impatto della modifica delle aliquote Irpef concordata dal governo con i partiti di maggioranza e attesa ora in Parlamento.
Fioccano numeri e percentuali ma gli uni e le altre restano per ora forzatamente sommari dal momento che il pacchetto varato da Palazzo Chigi dovrà comunque fare i conti con la modifica delle detrazioni fiscali che sono parte integrante della riduzione delle tasse, compreso l’assorbimento del bonus dei 100 euro varato dal governo Renzi (fino a 80 euro) e mantenuto da quello giallorosso (aumentandolo, appunto, a 100 euro).
Detto ciò, in linea di massima il taglio delle tasse previsto si manifesterà soprattutto nella fascia compresa tra i 40mila e i 60mila euro. È qui che, in base alle simulazioni, si registreranno i maggiori risparmi, fino a oltre 900 euro. «Chi percepisce redditi oltre i 28mila e fino a 50mila euro e oggi come domani ricade nel terzo scaglione, ma con aliquota ridotta al 35% dall’attuale 38%: i maggiori vantaggi si concentrerebbero qui, pari a una sessantina di euro al mese. Tra 55mila e 75mila un intervento sulle detrazioni dovrebbe comunque garantire un risparmio nonostante l’incremento dell’aliquota al 43%», dice il dottore commercialista Enricomaria Guerra.
In effetti le cose stanno proprio così: i redditi tra 50mila e 55mila euro, che con la vecchia Irpef venivano tassati al 38%, pur passando adesso al 43% potranno comunque beneficiare della riduzione di cinque punti degli scaglioni precedenti, riuscendo così ad assorbire per intero il nuovo picco dell’aliquota e a risparmiare fino a 670 euro all’anno. E cioè, il 23% sui primi 15mila euro, il 25% (anziché il 27%) sui 13mila euro successivi, altri 22mila euro al 35% e non più al 38% come accade oggi e solo gli ultimi 5mila euro al 43%.
I risparmi diminuiscono per i redditi al di sotto dei 50mila euro così come al crescere oltre quella soglia. Tuttavia i nuovi scaglioni assicurano un risparmio importante, pari a 470 euro, per i redditi fino a 65mila euro mentre per quelli successivi i numeri si riducono, a conferma dell’obiettivo del governo di non favorire i ceti più ricchi. Non a caso la quota più consistente dei 7 miliardi che il governo intende stanziare per la nuova Irpef interesserà la platea tra 35mila e 75mila euro lordi all’anno (circa 2,5 miliardi), ovvero più di 4 milioni di contribuenti. I 5,3 milioni, invece, compresi tra 26mila e 35mila euro utilizzeranno 1,8 miliardi della riforma. “Solo” 300 milioni di sconti faranno felici, infine, i 5,8 milioni di contribuenti, i più numerosi in assoluto, della fascia di reddito più bassa, tra 15mila e 25mila euro, dove lo sconto parte da un minimo di 40 euro per toccare a seconda degli scaglioni anche i 200 euro.
Ovviamente, come già detto, la credibilità di queste simulazioni dipenderà dalla revisione delle detrazioni mentre non dovrebbe cambiare molto a proposito della no tax area anche se filtrano nuove indiscrezioni di segno diverso. I pensionati passerebbero da 8.130 a 8.500 euro mentre gli autonomi vedrebbero salire la loro area non tassabile dagli attuali 4.800 euro ai futuri 5.500. Gli sconti d’imposta non si annunciano straordinari ma la materia è in fase di definizione.