il sito archeologico delle Terme romane di via Terracina, ha bisogno di aiuto. Un antico mosaico a tessere bianche e nere, parte del più ampio complesso termale, rischia di andare perduto per sempre. Per un suo restauro occorre una mano.
Il Gruppo Archeologico Napoletano, storica associazione di volontariato operante nel campo della valorizzazione e tutela dei beni archeologici della nostra regione, ha lanciato una campagna di raccolta fondi on line, dal titolo "RestauriAmo un mosaico delle Terme romane " per avviare il restauro di uno dei pregevoli mosaici delle Terme di Via Terracina.
“Da molti anni i mosaici che decoravano i pavimenti delle terme non vengono restaurati e l'esposizione costante agli agenti atmosferici causa numerosi danni. In particolare uno rischia di andare per sempre perduto, perché presenta grandi lacune e le tessere man mano si staccano” fanno sapere i volontari .
“Il nostro obiettivo, condiviso ed autorizzato dalla Soprintendenza del Comune di Napoli, è restaurare questo pavimento.
Naturalmente anche altri hanno bisogno di interventi, ma crediamo che piano piano, con un piccolo impegno economico, si possa iniziare a migliorare la situazione di conservazione del complesso termale”.
Per il restauro dell’intero piano pavimentale dell’ambiente, in antichità destinato allo spogliatoio delle Terme, occorrono 5,500 euro “ Questa cifra in parte sarà coperta con fondi già disponibili ma gran parte contiamo di sostenerla attraverso la raccolta fondi.
Una volta raccolta la cifra necessaria per avviare l'intervento - che può essere suddiviso in differenti fasi e realizzato anche solo parzialmente - contiamo di poter avviare il restauro e restituire il mosaico alla visione di tutti dopo un mese di lavoro.
Tutti i finanziatori saranno citati sia sulle nostre pagine social sia sul materiale che distribuiremo durante le visite; chi avrà contribuito in maniera più consistente potrà essere citato in un'apposita targa da mettere all'interno del complesso archeologico”.
ll complesso termale di via Terracina a Napoli fu scoperto a Fuorigrotta nel 1939, durante i lavori per la realizzazione della Mostra delle Terre Italane d’Oltremare. Il suo impianto, il cui nucleo originale si risale alla prima metà del II sec. d.C., si ispira a quelli più conosciuti di Cuma e Ostia e costituiva un ricercato luogo di ritrovo e di recupero delle energie vitali a disposizione dei viandanti della via Puteolis - Neapolim, ma anche per il benessere degli abitanti di un piccolo centro locale, il l villaggio di Marcianum ,c he doveva trovarsi tra gli attuali quartieri di Fuorigrotta e Bagnoli, ma di cui non restano molte tracce.
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