Il Papa ai cardinali: «Evitate intrighi, cordate e chiacchiere»

Papa Francesco
Papa Francesco
di Franca Giansoldati
Domenica 23 Febbraio 2014, 13:22 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 16:30
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​Papa Francesco nella Basilica vaticana celebra la messa con i nuovi cardinali e l'intero Collegio cardinalizio al completo, osserva serio i volti di ognuno di loro, e poi inizia una omelia destinata a non passare inosservata. Il Vaticano, fa presente, non è una corte medievale ma la Chiesa di Roma e di conseguenza i cardinali invece di alimentare cordate, intrighi di palazzo, sgambetti, giochi di potere, dovrebbero farsi missionari della Parola di Dio e renderla concreta con atteggiamenti quotidiani capaci di dare il buon esempio. «Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito». L'omelia di Bergoglio che stavolta prende spunto dalla prima lettura («Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo» tratto dal Levitico 19,2) contiene un appello appassionato, volto a modificare tanti atteggiamenti negativi. “Queste parole sono rivolte specialmente a me e a voi, cari fratelli cardinali, in modo particolare a voi che ieri siete entrati a far parte del collegio cardinalizio. Imitare la santità e la perfezione di Dio può sembrare una meta irraggiungibile”. I diciannove cardinali ai quali ieri ha imposto il berretto rosso, l'anello e ha affidato un titolo o una diaconia, ascoltano attenti. Tra questi anche il segretario di Stato, Parolin e Bassetti, l'arcivescovo di Perugia destinato a succedere a Bagnasco alla guida della Cei.



Il Levitico dice: «Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello … Non ti vendicherai e non serberai rancore … ma amerai il tuo prossimo…» (19,17-18). “Questi atteggiamenti – ha scandito Papa Bergoglio - nascono dalla santità di Dio. Noi invece solitamente siamo così diversi, così egoisti e orgogliosi”. Cristo, ha aggiunto, “non è venuto per insegnarci le maniere da salotto, ma a salvarci”.



E poi l'affondo: “I cardinali dovrebbero amare coloro che ci sono ostili; e così benediciamo chi sparla di noi; salutiamo con un sorriso chi forse non lo merita; non aspiriamo a farci valere, ma opponiamo la mitezza alla prepotenza; dimentichiamo le umiliazioni subite. Lasciamoci sempre guidare dallo Spirito di Cristo, che ha sacrificato sé stesso sulla croce, perché possiamo essere canali in cui scorre la sua carità. Questo è l’atteggiamento, questa deve essere la condotta di un Cardinale”. Basta con i cortigiani e i doppi ghichi. “Evitiamo tutti e aiutiamoci a vicenda ad evitare abitudini e comportamenti di corte: intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze. Il nostro linguaggio sia quello del Vangelo: “sì, sì; no, no”. Perchè come dice l'evangelista, tutto il resto viene dal Maligno.
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