Renzi a Treviso per la prima visita ufficiale da premier: va in una scuola media, poi all'Electrolux

Renzi a Treviso
Renzi a Treviso
Mercoledì 26 Febbraio 2014, 08:10 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 12:29
5 Minuti di Lettura

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, arrivato a Treviso per la sua prima visita ufficiale da premier. Renzi ha visitato anzitutto la scuola media Luigi Coletti di Santa Bona, alla periferia della città, dove è stato salutato dagli studenti delle numerose etnie che frequentano la scuola e che insieme hanno cantato l'Inno di Mameli. Il premier è stato accolto dal sindaco Giovanni Manildo e dal prefetto Maria Augusta Marrosu.

Fuori della scuola un piccolo gruppo di trevigiani lo ha salutato ed applaudito e il premier si è avvicinato per stringere loro le mani, mentre un gruppo di attivisti di Forza Nuova lo ha contestato. Dopo la visita alla scuola, il premier incontrerà Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, il presidente della Provincia Leonardo Muraro, amministratori imprenditori, i sindacati, una delegazione di operai dell' Electrolux.

La replica alle contestazioni Dopo la contestazione Renzi ha commentato: «Noi non facciamo passerelle. Non siamo qui a tagliare nastri. Siamo qui a parlare con il paese reale, è normale che siano anche contestazioni».

«Siamo felici ed orgogliosi che il presidente Renzi abbia scelto Treviso come sede della prima uscita ufficiale - sottolinea il sindaco Manildo - Il premier ci porterà sicuramente un'iniezione di fiducia». Ad attendere il presidente all'aeroporto Canova anche il presidente della società Save, Enrico Marchi. Alla Coletti, intanto, il personale delle pulizie degli istituti scolastici del Veneziano ha protestando con uno striscione «Basta tagli pulizie scuole».

Al suo arrivo alla scuola Coletti, Renzi è stato salutato da una 29enne in carrozzella, Cristina Vincenzi, che gli ha augurato buona fortuna. Il premier si è avvicinato, le ha stretto la mano e l'ha baciata. La signora originaria di Prato che vive a Treviso ha detto «Renzi è un toscano come me, spero che faccia tante cose buone soprattutto per i giovani. Ho un fratello che è andato in Australia per poter lavorare, spero che possa tornare in Italia».

«Se c'è qualcosa che non va poi me lo segnalate alla casella matteo@governo.it. Ogni settimana andrò nelle scuole ad ascoltare le richieste e poi tornerò a Roma con i compiti a casa». Il premier si è rivolto così ad insegnanti ed alunni della scuola Coletti di Treviso, annunciando nei prossimi giorni l'apertura di una casella di posta per ascoltare richieste e problemi. Renzi ha sottolineato più volte l'importanza dell'educazione scolastica come «punto di ripartenza del Paese».

Renzi ha incontrato per quasi un'ora ragazzi e insegnanti della scuola multietnica alla periferia di Treviso in un auditorium molto pieno insieme ai ministri dell'Istruzione Stefania Giannini e a quello del Lavoro Giuliano Poletti. «L'Italia - ha sostenuto Renzi - diventa grande ed importante solo se riesce ad investire nella scuola. Per questo noi abbiamo deciso di partire da qui dopo che negli ultimi anni gli insegnanti sono stati considerati un pò poco». Il presidente del Consiglio ha interagito con domande e risposte con gli studenti improvvisando una lezione di educazione civica su temi come l'arte e l'inquinamento sottolineando come «il presidente del Consiglio e il sindaco possono fare qualcosa ma non bastano per risolvere i problemi». «Al governo - ha spiegato Renzi - dobbiamo guardare allo spread e ai mercati, ma poi i Paesi si salvano solo se le scuole funzionano».

Una volta uscito dalla scuola, il presidente del Consiglio ha commentato: «È andata bene, molto bene». Poi, accerchiato da cameramen e giornalisti, il premier è riuscito a risalire in auto per recarsi al secondo appuntamento della giornata con i sindaci della Marca trevigiana.

L'incontro con i sindaci Matteo Renzi ha incontrato, al museo Santa Caterina di Treviso, una settantina di sindaci della zona insieme al governatore Luca Zaia. Il premier, secondo quanto racconta la presidente della commissione Lavori pubblici di Treviso Antonella Tocchetti, ha dato ragione alla rabbia dei sindaci che hanno soldi bloccati per interventi infrastrutturali a causa dei limiti del patto di stabilità. Renzi durante l'incontro prende appunti e ad ogni sindaco chiede il numero di abitanti e quanti soldi sono bloccati.

Nella riunione i sindaci hanno elencato numerosi problemi dalla mancanza di personale all'impossibilità di investire nella scuola. Il governatore Zaia ha dato un altolà al presidente del Consiglio: «Noi mandiamo un sacco di soldi a Roma e non vogliamo essere penalizzati perchè produciamo di più».

Il prossimo incontro con la Merkel «Da qui al 17 marzo quando avremo il bilaterale con Angela Merkel andremo con le idee chiare sul piano del lavoro e con il jobs act sostanzialmente pronto», ha detto il premier durante l'incontro con i sindaci.

La contestazione dei "forconi" Contestazioni hanno accolto Renzi al suo arrivo a Palazzo Rinaldi a Treviso. Da un gruppo eterogeneo di persone sono partite grida di «buffone buffone» e sono anche volate alcune arance che non hanno però raggiunto il premier. Del gruppo fanno parte anche alcuni esponenti del movimento dei forconi.

Una protesta che si è fatta sempre più calda: dai dimostranti è partito lo slogan «assassino, assassino» mentre vengono esposti altri manifesti dello stesso tenore. I manifestanti hanno chiesto inoltre a gran voce di poter votare per un referendum «che dia l'indipendenza al Veneto». Poi hanno cantato in coro l'inno di Mameli, dopo il quale hanno osservato un minuto di silenzio in memoria delle persone suicidatesi in questi mesi a causa della crisi economica. È stato esposto un grande striscione che recita: «Renzi: è meglio un figlio ignorante che bugiardo e illegittimo».

Il taglio del cuneo fiscale Nel corso di una conferenza stampa al termine di un incontro con un gruppo di imprenditori trevigiani, Renzi ha ricordato che «Noi abbiamo annunciato l'intenzione di ridurre di almeno 10 miliardi il cuneo fiscale. Come lo riduci? È modulabile. Se riduciamo l'Irap, che vale oltre 30 miliardi, di una decina di miliardi le aziende hanno subito una riduzione di un terzo. Viceversa se segniamo la strada della riduzione fiscale di 10 miliardi sull'Irpef è evidente che i lavoratori si trovano in tasca solo qualche ventina di euro. Non abbiamo ancora deciso - ha concluso il premier - quale delle due strade».

«Ho trovato un clima molto bello», ha detto Renzi, «c'è il dolore e le difficoltà ma anche l'attesa e la speranza. Sono consapevole del durissimo lavoro da fare».

Poi Renzi ha risposto a una dimanda sulle contestazioni ricevute: «È normale, e noi non facciamo passerelle o tagli di nastri parliamo con il paese reale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA