Berlusconi, già imbrattato (dopo solo 24 ore) il murales appena dipinto Milano: scritte ingiuriose contro il Cav

Il murales era stato appena dipinto in via Volturno da "aleXsandro Palombo". Le scritte offensive fanno riferimento ai presunti contatti tra il Cav e la 'Ndrangheta

Berlusconi, già imbrattato (dopo solo 24 ore) il murales appena dipinto Milano: scritte ingiuriose contro il Cav
Berlusconi, già imbrattato (dopo solo 24 ore) il murales appena dipinto Milano: scritte ingiuriose contro il Cav
Mercoledì 28 Giugno 2023, 19:38 - Ultimo agg. 29 Giugno, 14:36
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È durato solo 24 ore, prima di essere diventato bersaglio di qualche vandalo. Acccanto al murales dedicato alla memoria dell'ex premier Silvio Berlusconi, dipinto dal noto street artist "aleXsandro Palombo", sono comparse delle scritte offensive all'indirizzo del Cav.

L'opera mostra l'ex premier vestito di un completo blu, con in mano un pennello e un secchio di vernice che porta la scritta "Self-made man" (trad. "uomo che si è fatto da solo"). Accanto a lui c'è una targa che appare come appena dipinta dallo stesso soggetto dell'opera. Recita: "Via Silvio Berlusconi 1936 - 2023", in riferimento alla proposta avanzata da alcuni consiglieri di centro-destra di intitolare proprio una via al Cavaliere a Milano. Nonostante la legge italiana imponga di far passare almeno dieci anni dalla morte di un personaggio, prima di intitolargli un'opera urbana. 

La scelta della location dell'opera non è stata casuale: aleXsandro Palombo ha voluto realizzare il murales proprio al civico 34 di via Volturno, nel cuore del quartiere Isola, a due passi dall'omonima fermata della "metro lilla", sede della casa natale di Berlusconi. 

Le scritte offensive (e il loro significato)

Proprio la scritta "Self-made man", a quanto pare, ha ispirato l'azione del deturpatore. Quest'ultimo ha deciso di completare la frase a modo suo, aggiungendo una scritta blu dello stesso colore del completo indossato dal Cav: «Con l'aiuto della 'Ndrangheta» (poi barrata da un altro sconosciuto).

Un chiaro riferimento alle vicende giudiziarie emerse nel corso del processo d'appello di Reggio Calabria 'Ndrangheta stragista", concluso a marzo di quest'anno con la condanna all'ergastolo dei boss Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, ritenuti colpevoli degli attentati mortali ai carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, consumati nel reggino tra il 1993 e il 1994

Durante il processo Graviano - che aveva avuto un ruolo importante anche negli attentati ai danni dei giudici Falcone e Borsellino - ha raccontato in aula di aver incontrato Berlusconi «almeno tre volte» da latitante.

Scopo degli incontri sarebbe stato quello di stipulare un patto economico-politico, poi saltato in seguito al suo arresto nel gennaio '94.

A chiarire i presunti rapporti (mai provati del tutto), che già intercorrevano tra Berlusconi e i malvitosi calabresi ancor prima degli anni delle stragi e della successiva discesa politica del Cav, è stato il collaboratore di giustizia Girolamo Bruzzese.

«La 'Ndrangheta in tutta la Calabria doveva avere una garanzia politica, contestualizzata da Silvio Berlusconi, che aveva amicizia con Peppe Piromalli - ha raccontato in aula il pentito - Berlusconi garantiva per il pacchetto di voti di Craxi. Lui era amico di Craxi. E' lì che c'è il cambiamento di prospettiva perché la Dc aveva iniziato il suo declino e la 'Ndrangheta aveva la necessità di una referenza politica».

Berlusconi è stato indagato per concorso in strage e in associazione mafiosa dalle procure di Firenze, Caltanissetta, Palermo, Milano e Reggio Calabria. In tutti i casi è finita con l'archiviazione. 

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