Carola Rackete, l'equipaggio della Sea Watch 3: «La donna più coraggiosa. Sotto choc per gli insulti»

Carola Rackete, l'equipaggio della Sea Watch 3: «La donna più coraggiosa. Sotto choc per gli insulti»
Carola Rackete, l'equipaggio della Sea Watch 3: «La donna più coraggiosa. Sotto choc per gli insulti»
Domenica 30 Giugno 2019, 12:03 - Ultimo agg. 12:05
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«Siamo ancora sotto choc per quello che è accaduto la notte dello sbarco sul molo di Lampedusa. Non ci aspettavamo quelle reazioni scomposte da parte delle persone che stavano sulla banchina. Non capivamo cosa dicessero ma avevamo capito che erano insulti nei confronti di Carola, eravamo preoccupati per la nostra comandante. È stato terribile. Eravamo molto preoccupati». A parlare è Oscar, uno studente tedesco di 23 anni, che fa parte dell'equipaggio della Sea Watch 3, che si trova ancora a bordo della nave sequestrata dalla Guardia di Finanza dopo lo sbarco dei 40 migranti.

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L'imbarcazione si trova a circa 3 miglia da Lampedusa in attesa di essere trasferita al porto di Licata (Agrigento). Oscar, che da tre anni presta servizio di volontariato sulla Sea Watch 3, racconta i momenti concitati della notte dello sbarco. «Eravamo preoccupati anche per le persone a bordo che non capivano cosa stesse accadendo. Sono persone vulnerabili che hanno subito in Libia torture di ogni genere. Noi li abbiamo rassicurati ma sono stati momenti molto molto difficili», dice raggiunto telefonicamente.

 

 


Parlando poi di Carola Rackete, la capitana della nave, da ieri in stato di arresto ai domiciliari a Lampedusa, racconta: «Siamo tutti molto orgogliosi di lei, è la donna più coraggiosa che io abbia mai incontrato in tutta la mia vita. Siamo preoccupati per lei per le conseguenze a cui potrà andare incontro. Mi auguro che la giustizia italiana faccia il suo corso, sono molto fiducioso anche se siamo preoccupati per quello che potrà accadere».
E parla anche dei momenti concitati sulla banchina quando una vedetta delle Fiamme gialle ha rischiato di essere speronata dalla nave durante le manovre di attracco. «Non volevamo assolutamente fare del male ai finanzieri a bordo della motovedetta della Guardia di Finanza. La loro imbarcazione all'improvviso si è messa tra noi e la banchina per impedire l'attracco della nave. Io non ho sentito le comunicazioni a bordo con la finanza e non so cosa ha detto la comandante ma so che ci sono state delle incomprensioni. E so che Carola ha chiesto aiuto alla Gdf. Posso dire che al cento per cento Karola non avrebbe mai messo in pericolo la vita dei finanzieri. In quel momento le premeva mettere in sicurezza la vita dei 40 migranti a bordo della Sea Watch 3. Siamo dispiaciuti per i finanzieri che si sono spaventati. Non era nostra intenzione fare del male a nessuno», racconta Oscar. 

Oscar racconta anche come si è arrivati alla decisione di forzare il divieto del blocco della Finanza ed entrare in porto. «Poco dopo la mezzanotte la comandante ci ha riuniti per annunciarci che avremmo raggiunto il porto di Lampedusa perché i 40 migranti a bordo non potevano più continuare a stare in quelle condizioni e la situazione stava sfuggendo di mano dopo due settimane di attesa bisognava portare in sicurezza quelle persone che erano già sofferenti e non potevano continuare a restare sulla nave - dice ancora emozionato - il Comandante ha impartito gli ordini e ognuno di noi è andato in postazione».
Poi l'arrivo al porto con la motovedetta della Finanza che ha provato a fermare la nave da 600 tonnellate di stazza. «Hanno provato a mettersi in mezzo, tra noi e la banchina - dice-Io non ho sentito le comunicazioni a bordo con la finanza e non so cosa ha detto la comandante ma so che ci sono state delle incomprensioni. E so che Carola ha chiesto aiuto alla Gdf. Posso dire che al cento per cento Karola non avrebbe mai messo in pericolo la vita dei finanzieri. In quel momento le premeva mettere in sicurezza la vita dei 40 migranti a bordo della Sea watch. Siamo dispiaciuti per i finanzieri che si sono spaventati. Non era nostra intenzione fare del male a nessuno».

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