Giovanna Pedretti morta per annegamento, l'autopsia: ferite su polsi, braccia, collo e gamba sono superficiali

Durante il colloquio di «pochi minuti» con i carabinieri sabato pomeriggio alla caserma a Sant'Angelo Lodigiano, la donna «confermava il contenuto della recensione, ma non era in grado di fornire ulteriori dettagli sull'identità del cliente»

Giovanna Pedretti morta per annegamento, l'autopsia: ferite su polsi, braccia, collo e gamba superficiali
Giovanna Pedretti morta per annegamento, l'autopsia: ferite su polsi, braccia, collo e gamba superficiali
Mercoledì 17 Gennaio 2024, 19:14 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 08:54
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La ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano, Giovanna Pedretti, che su Facebook aveva postato una recensione in cui un cliente lamentava di essere seduto vicino a gay e disabili ed era stata prima molto lodata e poi fortemente criticata per dubbi sul suo racconto, è morta per annegamento. La donna, domenica scorsa, era stata trovata priva di vita nelle acque del fiume Lambro. Dentro e intorno alla sua auto, parcheggiata vicino, erano state rilevate tracce di sangue, ma le ferite da taglio riscontrate sui polsi, un braccio, una gamba e sul collo sono risultate essere ferite superficiali. Lo ha stabilito il medico Giacomo Belli, del Dipartimento di Medicina legale di Pavia.

Le indagini

Continuano le indagini dei carabinieri - che stanno verificando e confrontando le prove raccolte in questi giorni nei quali hanno lavorato senza sosta - per cercare di capire cosa sia successo nelle ultime ore di vita della donna che aveva 59 anni.

L'ipotesi principale rimane quella del suicidio, ma si sta accertando se la ristoratrice fosse da sola e perché abbia portato con sé una lametta non affilata con cui si è potuta ferire solo leggermente se davvero era uscita di casa con l'intenzione di farla finita. Dalle tracce risulta che Giovanna Pedretti, prima di essere trovata nel Lambro, abbia girato intorno alla macchina, una Fiat Panda. Gli esami tossicologici effettuati oggi potrebbero fornire elementi ulteriori. Si è anche iniziato ad analizzare i due telefonini che la ristoratrice con sé. Entrambi sono risultati per uso personale e sono stati ritrovati nella Panda. Sabato Giovanna Pedretti era stata sentita dai militari: non le fu fatta alcuna contestazione.

Il colloquio con i carabinieri prima della morte

Durante gli accertamenti con l'ipotesi di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, era stata ascoltata «quale potenziale vittima dell'intera vicenda» in un «colloquio» è durato «pochi minuti» durante i quali la ristoratrice ha confermato il contenuto della recensione (sulla cui autenticità erano stati sollevati più dubbi in Rete) e aveva spiegato di non essere in grado di fornire ulteriori dettagli per poter risalire all'identità «dell'anonimo cliente».

Dopo il post e la risposta ripresa da diversi media, la 59enne, come noto, era stata accusata sui social di aver inventato tutto solo per farsi pubblicità. Intanto la famiglia della donna, che continua a chiedere rispetto e discrezione, ha discusso con il suo avvocato, Simona Callegari, delle tappe che potrebbero seguire all'apertura di un procedimento penale arrivando a prevedere l'eventualità di incaricare anche periti di parte. La Procura ritiene, in tempi brevi, di restituire la salma alla famiglia in modo che, così, potranno essere fissati i funerali previsti nella Basilica di Sant'Angelo Lodigiano.

Oggi, per Sant'Angelo, è stata una giornata di festa per il patrono. Nessuno, risulta, ha violato la volontà di tranquillità della famiglia della ristoratrice. E anche sui social sembra tutto taccia: parlano solo grandi cuori postati qua e là, gli stessi di cui, forse, avrebbe avuto più bisogno Giovanna.

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