Incidente Frecce Tricolori, i jet visti dalla cameretta: il sogno spezzato di Laura

La famiglia abita poco lontano dalla pista: stavano rientrando dalla casa dei nonni

Incidente Frecce Tricolori, i jet visti dalla cameretta: il sogno spezzato di Laura
Incidente Frecce Tricolori, i jet visti dalla cameretta: il sogno spezzato di Laura
di Erica Di Blasi
Domenica 17 Settembre 2023, 00:40 - Ultimo agg. 00:43
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TORINO La piccola Laura ha trovato la morte a pochi passi da casa, a San Francesco al Campo, dove dalle finestre vedeva spesso passare gli aerei. Ma ieri non era nemmeno lì per guardare la manifestazione. Insieme alla famiglia stava tornando dalla casa dei nonni. E poi è successo quello che è successo. «Il papà è molto provato, è sotto choc, continua a pensare alla bambina, ha detto solo che ha sentito un grosso rumore, di più non ha aggiunto». A parlare è il dirigente della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle, che ha fatto visita ai genitori della bimba deceduta in seguito allo schianto del velivolo.


GLI PSICOLOGI
Sia papà Paolo che mamma Veronica fanno fatica a credere a quello che era successo. Per affrontare lo choc è stato messo a loro disposizione un team di psicologici. Hanno preso dei tranquillanti. Viaggiavano in auto, poi in un attimo è cambiato tutto. Prima un boato fortissimo, poi la macchina che si è ribaltata. Quando hanno capito che la macchina avrebbe preso fuoco, il primo pensiero sono stati i figli. Ma sono riusciti a tirarne fuori solo uno. Una questione di istanti. «Una famiglia unita. Vivevano per i due figli - racconta una vicina di casa - È una tragedia. Non riesco a dire altro. Non ci credo». Il padre lavora come artigiano in un’azienda di infissi. A ogni ora del giorno, anche nei fine settimana, per garantire una serenità economica alla famiglia. Ma al di là del lavoro, la coppia davvero viveva per i figli. Dalle gite a Leolandia alle escursioni sui laghi del Piemonte. E ancora, le settimane bianche. Per ogni compleanno Veronica non ha mai mancato di organizzare qualcosa di speciale, unico. E quella bambina, Laura, era stata vista come un dono del cielo. «Sei arrivata tu a rendere la nostra vita ancora più bella - scriveva sui social mamma Veronica - Sei una bimba meravigliosa. Grazie di esistere».


LA FAMIGLIA
I nonni vivono a San Francesco al Campo e adoravano a loro volta quella bambina. Il suo sorriso accompagnava sempre le giornate organizzate per i loro compleanni, magari con qualche grigliata. Tutti, tra amici e familiari, dicevano a Veronica che quella bambina le somigliava tantissimo: «Sembra la tua copia in miniatura». Anche suo fratello Andrea era molto legato a Laura. Adesso è sedato, ma quando si sveglierà un team di psicologici aiuterà la famiglia a trovare le parole giuste per fargli capire quello che è accaduto. Che Laura, che andava a vedere le sue partite di calcio, lassù sugli spalti non ci sarà più. Niente più giochi condivisi, viaggi, avventure tra sport e parchi giochi. Veronica da sempre ha dedicato la vita alla famiglia e ai bambini. Le torte di compleanno, anche fatte in casa, la voglia di offrire sempre un momento di svago che non fosse davanti alla televisione: il contatto con la natura è sempre stato importante. Poi le letture la sera: una fiaba prima di andare a dormire era d’obbligo, soprattutto per la sua piccola principessa Laura, perché ormai Andrea si era fatto più grandicello e indipendente. «Si cercavano sempre con la sorellina. Lei era più piccola di lui. E per questo era molto protettivo nei suoi confronti. Era la principessa di casa. Come si fa?», ripetono i vicini. E adesso tra gli amici e parenti c’è chi punta il dito contro quegli aerei. «Sono pericolosi», dice Paola, appena appresa la notizia. A pensarlo sono anche tanti abitanti della zona: «Non è da adesso che abbiano paura, ma mai nessuno si è preoccupato. Doveva scapparci il morto. A pagare doveva essere una bambina». Ormai però è tardi. E quella fanciulla sempre sorridente che amava ballare non c’è più. «Chiederemo giustizia - dice un parente fuori dall’ospedale - Perché non si può morire così. Per strada, mentre si torna casa. Ci hanno portato via tutto». 
 

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