«Rutha Beraha - ha ricordato il direttore del museo Paola Tognon - aveva inteso sollecitare, con questa opera, una riflessione su tutti i razzismi e le discriminazioni, passati, presenti e futuri.
Lo aveva fatto scegliendo in particolare di nominare nel suo “divieto di ingresso”, due specifiche categorie, la cui discriminazione è tristemente riconosciuta». «Ciò che è successo la scorsa notte con il furto, ennesimo sfregio a quest'opera, al suo significato e messaggio - conclude Tognon - dimostra la capacità dell'arte di disturbare sonni tranquilli. Poco importa che sia stato un gesto consapevole o una goliardata notturna. L'assenza della targa dal suo postoparla ancora di più di razzismi e discriminazioni del passato e del presente».